martedì 28 maggio 2013

S.O.S. Tata

Sabato sera, cena a casa di mia madre, con famiglia tedesca al completo.
Lei è una cara amica di penna di mia madre dei tempi delle superiori, quella che ogni anno manda la foto dei figli sotto l'albero, e tu li hai visti crescere e figliare nel frattempo senza averli mai conosciuti.
Ogni tanto scende a Roma con il marito per fare i turisti e immancabilmente vengono a cena da mia madre.
E così anche sabato. E poichè non viene da parecchio, insiste affinchè venga anche io con i bimbi al seguito "ché li vogliono assolutamente vedere"...
Voi ce li avete presente i tedeschi? Quelli che quando vai in vacanza stanno zitti zitti e composti, i cui figli sembrano di plastica per quanto stanno fermi, e parlano a voce bassa, e chiedono sempre il permesso... 
... ecco in tre ore, di fronte alla famiglia tedesca per antonomasia, che nemmeno si metteva seduta sul divano per non sembrare invadente, i miei figli hanno dato il peggio di loro stessi: si sono dati botte da orbi praticamente in continuazione, comprese capocciate al muro e per terra, hanno giocato a pallone nel corridoio e nel salone, mettendo a repentaglio la tavola con piatti e i bicchieri buoni, hanno urlato e fatto i capricci, pianto e fatto puzzette e pernacchie a ripetizione... alla fine, pur di tenerli fermi 10 minuti, li ho dovuti far cenare davanti a Rai Yo Yoi, tv che la suddetta famiglia, al momento di sedersi a tavola, aveva chiesto espressamente di spegnere...

Insomma un fallimento totale, dove non sapevo se era meglio sotterrarmi o strozzarli a turno fino a farli smettere. 
Mi sa che mi serve Tata Lucia!

mercoledì 15 maggio 2013

non è facile...

Non è facile gestire le paure dei propri figli. Come non è facile gestire il rapporto con il corpo insegnante.
La mercoledite, per esempio, da queste parti continua e sembra che, nonostante i miei sforzi, non se ne riesca ad uscire.
Poco prima di Pasqua ero riuscita a beccare la Maestra di religione sulle scale, le ho esposto il problema e lei mi era apparsa sorpresa, ma collaborativa.
Certo, venire a sapere che una tua alunna piange e si dispera perchè ci sei tu a scuola non deve essere il massimo della vita, ma quantomeno aiuta ad aggiustare il tiro e a capire cosa sia successo e come rimediare.
Avevamo deciso insieme di dire a Chicca che per le prossime volte non le sarebbe stato imposto alcun "lavoretto" a meno che non fosse lei a chiederlo, e che se proprio non se la sentiva, poteva stare da una parte a giocare senza nessuna imposizione.
All'inizio ha funzionato, è andata un paio di mercoledì, sembrava tutto risolto.
Poi, complici le vacanze di Pasqua, l'influenza  e "qualcosachedeveesseresuccessoinqueimercoledìmachenonèdatosapere" abbiamo ricomiciato con lo strazio.
Oggi ho preso il toro per le corna, e ho parlato con la Maestra ufficiale di Chicca che dopo mesi di malattia è di nuovo tornata.
All'inizio come al solito è tutto un "non posso intromettermi, il piano didattico della Collega, è impossibile che ti abbia dettodi non farla lavorare" e lì mi è montata un po' di rabbia, e ho sbottato.

Mia figlia non dorme, si fa prendere dalle crisi isteriche e comincia già dalla domenica sera che il mercoledì non vuole andare a scuola.
Io non ci sono in classe, non posso vedere cosa succede e dove nasce quel disagio che si amplifica a casa. In classe ci siete voi.
Allora o organizzate delle riunioni periodiche con gli insegnati, ma tutti gli insegnanti, o così costringete la gente a non portare i figli a scuola. E io non voglio che mia figlia cresca con la convinzione che quando c'è un problema si scappa. Io voglio che cresca con la convinzione che quando c'è un problema si affronta, e si supera.

Dopo questo monologo, il tono è cambiato. E' stato tutto un" hai ragione, ci penso io, dobbiamo affrontarlo insieme".

Ora, io lo so che le mamme sono spesso una categoria scassapalle, che rompono per ogni cosa succede al loro bimbo e incolpano sempre la maestra di default... lo dico spesso anche io, che con le altre non mi relaziono benissimo e faccio fatica ad integrarmi.
Però se un bambino piange, e non vuole fare una cosa, non è sempre detto che sono capricci che noi mamme vogliamo assecondare.
Hanno 4 anni, sono piccoli, hanno paura di sbagliare, e soprattutto non capiscono l'ironia, il tono scherzoso, la ripresa bonaria, perchè per loro è tutto assoluto, o bianco o nero, o felicità estrema o tragedia disperata.
E tu non puoi appellarti sempre a un piano didattico, alle regole da rispettare, al lavoro da fare.

Hanno 4 anni e hanno bisogno di avere fiducia in loro stessi, no di avere tanti disegni e lavoretti nella cartellina di fine anno da mostrarmi alla recita. Di quelli a me, onestamente, non me ne frega niente.



lunedì 13 maggio 2013

secondi figli

Chicca, da quando è nata, ha avuto sempre la festa di compleanno. Ogni anno.
Ci ho sempre tenuto molto, anche perchè io, terza figlia, non ne ho mai fatta una, e di foto di me con torte di compleanno, al contrario dei miei fratelli, ce ne sono poche, per non dire che non ce ne sono affatto.
Vabbè, sono nata in  un momento difficile, dove i miei avevano già i loro problemi e la voglia di festeggiare era zero.
Poi casa piccola, pochi soldi. Mia madre ogni tanto prova a dirmi, quando me ne lamento, "Vabbè tu hai fatto la festa del battesimo al ristorante" Chiaramente anche lì nemmeno una foto!
Insomma, proprio per questo mi sono molto divertita in questi anni a organizzare la festa a Chicca, preparare gli inviti, i panini e la pizza con la nutella, decidere il disegno da mettere sulla torta.

Chicco l'anno scorso per il suo primo anno ha avuto la sua festa. Ne avevo fatto un motivo di principio, perchè come detto io non ho la foto della mia torta con scritto "uno", e mi sembrava doveroso che da grande non mi accusasse di quello di cui mi vado lamentando da quando sono nata.
Ma è stata una faticaccia, lo ammetto. Ho invitato poche persone, le più strette, anche perchè lui ancora non va all'asilo e i suoi amici sono i fratellini degli amici di Chicca. Ed è stato un po' imbarazzante dover invitare chi pochi mesi prima era già venuto per Chicca, costringendoli comunque ad un doppio regalo per non far rimanere male la sorella.

Quest'anno ho passato. Non mi andava. In tempi di crisi come questo mi dispiaceva davvero imporre il doppio regalo a chi comunque con Chicco ha legami solo perchè va a scuola con la sorella. Amici più stretti erano impegnati in vari matrimoni e comunioni. Rimandare quando il compleanno cadeva di domenica mi è sembrato inutile.
Insomma, alla fine pranzo sul terrazzo per noi quattro più mia madre, piccola torta con un due sopra, senza nemmeno il nome. Regali praticamente assenti.

E mi sento un po' in colpa.
Perchè alla fine, diciamocelo, i primi sono proprio fortunati! Hanno le attenzioni di tutti, sono costantemente sotto i riflettori fin dalla nascita e soprattutto hanno le prove di qualsiasi cosa abbiano fatto (il primo bagnetto, la prima pappa, il primo passo, la prima parola), perchè tu lì sei ancora vigile, e sveglia, e attenta.
Poi arrivano i secondi, e ti crescono vicino senza che tu nemmeno te ne accorgi.
Anzi, all'inizio hai quasi fretta che diventino come i grandi, chè ricominciare daccapo è una gran fatica e non vedi l'ora che cammini, che mangi da solo, che parli per dirti cos'ha, perchè sei stanca e non ne puoi più.
E certe tappe le hai già vissute, e in un certo senso, le dai anche per scontate.
Con Chicca mi ricordo facevo fatica a darla in braccio a qualcuno, con Chicco quel qualcuno che se lo tenesse almeno un quarto d'ora lo andavo a cercare io, per dire!  

Il secondo ti ridimensiona completamente il mondo bambini e da una parte fa proprio un gran bene, perchè capisci quanto sia importante, per loro e per te, lasciare andare.
Dall'altra finalmente capisci il perchè dell'atteggiamento di tua madre con te, che eri addirittura la terza.

Però mi sento in colpa ugualmente con Chicco, che un giorno mi chiederà perchè ai due anni non gli ho fatto la festa e la alla sorella sì... vabbè, prossimo anno mega festone per i tre anni!

venerdì 10 maggio 2013

ko... no tutto ok

Vorrei scrivere di più, avere più costanza, pensare a cose più brillanti da scrivere e da condividere.
E invece mi metto qui davanti e mi passa la voglia.
Perchè sono stanca, sono spenta, sono ko

E sì, sono i figli che mi mettono ko e mi fanno arrivare alle 9 del mattino che sono già distrutta e la mia giornata potrebbe direttamente finire non appena consegnata, rigorosamente in zona cesarini, Chicca all'asilo.

E sì è questo lavoro che mi mette ko, questo continuo litigare con tutti, a partire dalle cancellerie la mattina, che sembra che tu non vedevi l'ora di andare in tribunale a cercare quel fascicolo che, toh, loro giusto giusto non riescono a trovare;
per passare ai giudici, che ti guardano un po' schifati dall'alto dei loro vestiti svolazzanti corredati dal tacco 12, o dai loro completi in doppio petto, mentre tu arrivi trafelata e sudaticcia, coi fascicoli che ti scivolano in ogni dove, e ti vuoi permettere pure di avere ragione;
per finire il pomeriggio con i clienti, il tuo peggior nemico, quello che non gli va mai bene niente, che smanetta su internet per metterti in difficoltà e farti domande a raffica manco fossimo a rischiatutto e che poi, magicamente, scompare quando vince e si tratta di saldare.

E sì, è questa stagione che mi mette ko, perchè dopo tre settimane di week end liberi e felici in mezzo ai prati o in spiaggia, sono stati di nuovo tutti malati, e Chicca l'altro giorno mi guardava con quegli occhioni sgranati mentre mi vestivo per andare a lavoro chiedendomi "e oggi chi si occupa di noi" e io mi sono sentita un fallimento di madre.

Poi si aggiungono le piccole sfighe del mese, che si sa, non abbandonano mai: la fiancata della macchina strisciata perchè quel camion in doppia fila occupava un sacco di spazio e tu improvvisamente sei ridiventata la più imbranata delle ultime imbranate.
Il commercialista che ti comunica l'IVA da pagare e tu ti domandi stupita come mai lo Stato ritiene che guadagni così tanto mentre il tuo conto rimane sempre fermo là, piantato come un pioppo, chè cominci  a pensare che la Banca, oltre a non darti interessi, in realtà piano piano ti frega anche i soldi.
Tuo figlio di quasi due anni che oggi decide di prendere il tuo iphone e gettarlo a terra con tutta la forza che ha, distruggendo tutto il vetro.


Però bisogna essere positivi e brillanti e ottimisti, perchè nella vita c'è di peggio e tu lo sai, e ogni giorno è un giorno regalato con la tua famiglia, con tua madre, con i tuoi amici.
E allora chissene frega dei soldi, del telefono rotto, della stanchezza, e del lavoro.

Oggi è venerdì, questo fine settimana c'è il sole e domenica il mio cucciolo compie due anni: tanto basta per farmi tornare il sorriso.
E non sono più ko, ma sono ok... è tutto ok



giovedì 2 maggio 2013

Liebster blog award

Inaspettatamente è arrivato questo premio, da chi non pensavo nemmeno mi conoscesse e leggesse, in un periodo come questo, dove faccio molta fatica a scrivere ed aggiornare.
Innanzi tutto quindi grazie a Mamma in Oriente che ho conosciuto praticamente oggi, leggendo qua e là il suo blog, e che ho trovato davvero pieno di spunti interessanti.
Poi secondo le istruzioni devo rispondere alle 11 domande che mi ha formulato e dire 11 cose su di me.
Cominciamo con le domande:
1) Cosa rappresenta il tuo blog per te? Per ora è il luogo delle mie riflessioni. Non scrivo spesso e non a caso, ma solo quando ho qualcosa da condividere, perchè buffa, o anche triste, ma che comunque mi smuove dentro.  E' quel diario che a 20 anni ho smesso di scrivere, un messaggio dentro la bottiglia che non so chi leggerà, ma invio comunque nel mondo sperando che qualcuno la legga.
2) sei soddisfatta in questo momento della tua vita? Della mia famiglia, dei miei affetti, sì, tanto, del mio lavoro no, mi sento in gabbia e rassegnata a non poterne uscire.
3) un sogno piccolo da realizzare a breve? trovare un lavoro part/time che mi consenta di stare con i miei figli il pomeriggio.
4) un sogno grande? cambiare casa per andare a vivere vicinissimo a mia madre, tornare nel mio quartiere e semplificarmi finalmente un po' la vita... ma ci vogliono soldi e una gran botta di ...
5) il luogo che ami di più? non lo so, non mi viene in mente per ora...
6) il profumo/odore che ami di più? il profumo di Lui e dei miei figli.
7) a cosa non rinunceresti mai? alla mia famiglia
8) il momento della giornata che preferisci? la sera, quando torno a casa con i miei figli
9) il viaggio più bello? non l'ho ancora fatto.
10) un bel ricordo del passato? il primo periodo con Lui, quando scappavamo da tutti e da tutto ed esistevamo solo noi.
11) la tua casa parla di te? spero di sì, ma sicuramente è vissuta e parla di noi

Le 11 cose di me sono un'impresa, non amo definirmi... comunque:
1. sono una buona amica per gli altri, ma la peggior nemica di me stessa;
2. sono un'inguaribile romantica;
3. amo leggere, ma ultimamente sono troppo stanca per farlo;
4. amo stare all'aria aperta e insieme alle persone;
5. cerco sempre una soluzione a qualsiasi problema;
6. non riesco mai a dire di no;
7. mi mangio le pellicine delle mani da sempre e non riesco a smettere;
8. mi commuovo per tutto;
9. vivrei di pizza e gelato;
10. odio cucinare e stirare.

Sui blog ne leggo pochi e molto seguiti, o che hanno ricevuto il premio... quindi purtroppo non saprei chi nominare...