E' stato un mese faticoso, febbraio, faticoso e lunghissimo, nonostante duri solo 28 giorni.
Siamo stati ammalati tutti, prima Chicca, poi mia madre, poi Chicco, che è finito all'ospedale, poi io e Lui, poi di nuovo Chicca e Chicco.
Insomma, un'ecatombe.
E così mi sono persa in mio compleanno, il carnevale, le ceneri, san valentino, le elezioni.
28 giorni chiusi dentro casa, di cui una settimana inchiodata al letto senza avere la forza nemmeno di mettermi seduta.
Non mi ricordo di essere stata mai così male in vita mia.
Ora cominciamo a respirare. Da due giorni c'è il sole a Roma e si respira un vago sentore di primavera.
So' che là fuori è uno sfacelo e tutto sta precipitando.
Ma qua si fanno progetti per il week end, perchè anche se le temperature sono basse, danno sole... SOLE...
se si ammalano di nuovo giuro che li diseredo seduta stante..
giovedì 28 febbraio 2013
venerdì 15 febbraio 2013
rob's anatomy
Non sono una madre apprensiva, o almeno ho sempre pensato di non esserlo.
Non mi appanico se i miei figli cadono, se si menano, se hanno febbre o tosse o svomitazzano di qua e di là.
Se mi appanico, le rare volte, mi faccio un mantra di razionalità, corro su google e il più delle volte, quando alla fine lo chiamo, ne so più io che il pediatra.
Tutto ciò fino a mercoledì, quando Chicco ha deciso di botto di avere una convulsione febbrile e per un attimo di fare finta di morire fra le braccia di mia madre.
Per chi non sapesse cosa sono, le convulsioni febbrili sono una cosa innocua, ma molto spaventosa, che non c'entra niente con la febbre alta, come avevo sempre pensato, quanto piuttosto con un innalzamento troppo repentino della febbre, per cui il bambino va in crash e si resetta come un pc.
Ovvero comincia a tremare, poi sviene, poi torna in sè, dormicchia un pochino e poi torna come nuovo.
Che detta così sembra una passeggiata, e forse lo è anche, se lo si vede da fuori, ma vista da dentro è un incubo da cui ancora facciamo fatica a svegliarci.
E io, la madre non apprensiva, mi sono ritrovata a scappare al pronto soccorso, che in cinque anni non mi aveva visto mai, e a passarci una notte e un giorno facendo una serie di considerazioni:
1. al pronto soccorso pediatrico portano un sacco di bimbi che non hanno niente: tosse, vomito, diarrea, tutte cose che io mi sono sempre sciroppata a casa e che al massimo mi hanno fatto chiamare il pediatra, e per le quali invece alcuni reclamano il ricovero;
2. che l'ospedale crea assuefazione, per cui passi giorni a fare la fila al Pronto Soccorso per fartelo ricoverare di nuovo dopo che te lo hanno già dimesso, perchè a casa non ti senti più sicura a fare nulla;
3. che le infermiere che ti chiamano continuamente "Mamma" con quell'aria da maestrina dopo un po' diventano odiose e alla quarta volta che ti richiamano perchè il bambino urla e si dimena per mettere un accesso venoso (beh, ha 20 mesi, secondo te capisce che deve stare fermo?!) avresti voglia di dargli una sberla e dirgli di darti del Lei fino alla fine della degenza;
4. che i medici di default fanno i molliconi con le infermiere e le infermiere, di qualunque età, fanno le splendide con i medici;
5. che l'ospedale è un posto orribile dove non vorrei mai rimanere più di dieci minuti, soprattutto se c'è mio figlio su quel letto, anche se grazie al cielo non ha niente di grave.
Non mi appanico se i miei figli cadono, se si menano, se hanno febbre o tosse o svomitazzano di qua e di là.
Se mi appanico, le rare volte, mi faccio un mantra di razionalità, corro su google e il più delle volte, quando alla fine lo chiamo, ne so più io che il pediatra.
Tutto ciò fino a mercoledì, quando Chicco ha deciso di botto di avere una convulsione febbrile e per un attimo di fare finta di morire fra le braccia di mia madre.
Per chi non sapesse cosa sono, le convulsioni febbrili sono una cosa innocua, ma molto spaventosa, che non c'entra niente con la febbre alta, come avevo sempre pensato, quanto piuttosto con un innalzamento troppo repentino della febbre, per cui il bambino va in crash e si resetta come un pc.
Ovvero comincia a tremare, poi sviene, poi torna in sè, dormicchia un pochino e poi torna come nuovo.
Che detta così sembra una passeggiata, e forse lo è anche, se lo si vede da fuori, ma vista da dentro è un incubo da cui ancora facciamo fatica a svegliarci.
E io, la madre non apprensiva, mi sono ritrovata a scappare al pronto soccorso, che in cinque anni non mi aveva visto mai, e a passarci una notte e un giorno facendo una serie di considerazioni:
1. al pronto soccorso pediatrico portano un sacco di bimbi che non hanno niente: tosse, vomito, diarrea, tutte cose che io mi sono sempre sciroppata a casa e che al massimo mi hanno fatto chiamare il pediatra, e per le quali invece alcuni reclamano il ricovero;
2. che l'ospedale crea assuefazione, per cui passi giorni a fare la fila al Pronto Soccorso per fartelo ricoverare di nuovo dopo che te lo hanno già dimesso, perchè a casa non ti senti più sicura a fare nulla;
3. che le infermiere che ti chiamano continuamente "Mamma" con quell'aria da maestrina dopo un po' diventano odiose e alla quarta volta che ti richiamano perchè il bambino urla e si dimena per mettere un accesso venoso (beh, ha 20 mesi, secondo te capisce che deve stare fermo?!) avresti voglia di dargli una sberla e dirgli di darti del Lei fino alla fine della degenza;
4. che i medici di default fanno i molliconi con le infermiere e le infermiere, di qualunque età, fanno le splendide con i medici;
5. che l'ospedale è un posto orribile dove non vorrei mai rimanere più di dieci minuti, soprattutto se c'è mio figlio su quel letto, anche se grazie al cielo non ha niente di grave.
lunedì 4 febbraio 2013
che poi..
... che poi non è stato Spider Man, per fortuna, ma un comunissimo e mai tanto amato come ora vestito da tigre, bello caldo da sembrare un pigiamino e che ora Chicca non si toglie più nemmeno la notte e lo vuole nel suo lettino per dormirci abbracciata forte forte.
... che poi sarà pure vero che è meglio Spider Man delle principesse, ma a lungo andare diventa pesante e comincio a preoccuparmi, specie quando mi dice che vuole essere un maschio come suo fratello... poi per fortuna dice anche che gli piacciono i maschi e soprattutto il suo migliore amico (che è maschio chiaramente) e tiro un sospiro di sollievo.
... che poi siamo andati alla prima visita oculistica di Chicca, dove lei ha collaborato zero e nonostate ciò il dottore sospetta un astigmatismo da correggere con gli "occhialetti" (la vuole rivedere ad aprile) e io l'ho presa malissimo, ma così male che per il nervoso gli "occhialetti" gliel'avrei sbattuti in testa a lui e a quella imbecille dell'ortottista che sbuffava sui capricci di mia figlia.
... che poi gli occhiali io li ho messi a 10 anni e c'ho pianto per tre mesi interi, e a 16 anni ho voluto le lenti e a 30 ho fatto l'operazione, per dire quanto ami gli "occhialetti", io.
... che poi ieri sera mentre cambiavo Chicco, lui mi ha cantato tutto l'inno di Italia ridendo come un pazzo e io ho pensato che queste sono cose che ti riappacificano col mondo.
... che poi l'altra sera, origliando dalla porta della cameretta, li ho sentiti parlare fra loro di cose incomprensibili e ho realizzato per la prima volta che, dopo essere stati nemici, stanno diventando complici, di quell'associazione a delinquere che fra qualche anno ci farà disperare, ma che è stato il motivo per cui fin dal principio ne ho voluti due.
... che poi sarà pure vero che è meglio Spider Man delle principesse, ma a lungo andare diventa pesante e comincio a preoccuparmi, specie quando mi dice che vuole essere un maschio come suo fratello... poi per fortuna dice anche che gli piacciono i maschi e soprattutto il suo migliore amico (che è maschio chiaramente) e tiro un sospiro di sollievo.
... che poi siamo andati alla prima visita oculistica di Chicca, dove lei ha collaborato zero e nonostate ciò il dottore sospetta un astigmatismo da correggere con gli "occhialetti" (la vuole rivedere ad aprile) e io l'ho presa malissimo, ma così male che per il nervoso gli "occhialetti" gliel'avrei sbattuti in testa a lui e a quella imbecille dell'ortottista che sbuffava sui capricci di mia figlia.
... che poi gli occhiali io li ho messi a 10 anni e c'ho pianto per tre mesi interi, e a 16 anni ho voluto le lenti e a 30 ho fatto l'operazione, per dire quanto ami gli "occhialetti", io.
... che poi ieri sera mentre cambiavo Chicco, lui mi ha cantato tutto l'inno di Italia ridendo come un pazzo e io ho pensato che queste sono cose che ti riappacificano col mondo.
... che poi l'altra sera, origliando dalla porta della cameretta, li ho sentiti parlare fra loro di cose incomprensibili e ho realizzato per la prima volta che, dopo essere stati nemici, stanno diventando complici, di quell'associazione a delinquere che fra qualche anno ci farà disperare, ma che è stato il motivo per cui fin dal principio ne ho voluti due.
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