giovedì 28 marzo 2013

Sì, viaggiare....

Domani si parte, si va dalla nonna pugliese, per un fine settimana all'insegna della cioccolata.
Come ogni volta mi sento stanca solo al pensiero: stasera le valigie da preparare, casa da sistemare, poi domani tribunale, pranzo presto per i Chicchi e poi direttamente in macchina per quelle tre ore, tre ore e mezza (se tutto va bene) fra piccoli e sempre più rari sonnellini, (tante) urli e (innumerevoli) capricci.

Poi tre giorni di full immersion parentale (Lui ha una famiglia sterminata, o così pare a me, che di parenti invece non ne ho mai avuti), passati per lo più con i piedi sotto il tavolo, sommersi di cibo fino collo e ciò fino martedì mattina, quando ci sarà da fare il percorso inverso, con la differenza che appena sbarcati a Roma, mi toccherà scappare al lavoro nel pomeriggio.

E' in occasioni come queste che mi piacerebbe fosse stato già inventato il teletrasporto.
Perchè da quando ci sono i figli, io odio viaggiare, o meglio odio la parte dedicata allo spostamento "da a".
Un po' perchè in macchina hanno dormito tutti e due sempre pochissimo, un po' perchè sono entrambi allergici ai seggiolini e farli stare fermi allacciati ogni volta è una guerra.
Ma soprattutto odio viaggiare perchè in auto i miei danno il peggio di loro stessi: e ho la nausea, e devo fare la pipì, e no non la devo fare più, e la cacca, e ho fame, ho sete, mi annoio, le curve, e quanto manca (questo in loop ogni 5 minuti dopo pochi minuti dalla partenza).

Lui guida, davanti, da solo. Non vuole cambi, perchè sa.
Io dietro, in mezzo alle due pesti, che fanno a gara a saltarmi sulle gambe, pestarmi i piedi ovunque (ma perchè i bambini hanno bisogno di pestare sempre qualcosa con i piedi?!) e a sbriciolarmi lo sbriciolabile addosso.

Ecco, io di solito reggo al massimo le tre ore, tre ore e mezzo, che ci sono fra me e mia suocera.
Per cui da quando sono mamma 300 Km è il massimo raggio ammesso per ogni qualsivoglia spostamento, possibilmente per lo più di natura autostradale. Le mie orecchie ancora risuonano delle urla di entrambi alle curve necessarie per arrivare in Abruzzo l'anno scorso usciti dall'autostrada (scarsi 20 km)... in Abruzzo... non oso immaginare le Dolomiti, semmai, un giorno, decidessimo di fare un simile passo.

Quindi potete immaginare che noi si viaggia poco, per lo più verso la natìa terra di Lui o luoghi limitrofi, tutti rigorosamente entro il range di massima sopportazione materna.

Eh sì che viaggiare mi piaceva tanto, quel partire all'alba, fermarsi all'autogrill per il caffè, o per mangiare... mi piaceva più il viaggio che la destinazione... come si cambia...

2 commenti:

  1. ti capisco... in bocca al lupo per il viaggio!

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  2. Ti capisco anch'io perché Cestìno, a parte un piccolo pisolino di poco tempo, "rompe" per tutto il viaggio che diventa spesso una tortura. Dobbiamo fermarci non so quante volte, per la sua intolleranza a stare seduto e ci mettiamo sempre il doppio del tempo.

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