giovedì 13 settembre 2012

Mammitudini

Leggo in giro molti posti sui primi giorni di scuola, sugli inserimenti, sull'utilità o inutilità degli stessi, sul lavoro e maternità, su "chepallestifiglichetoccainseriremanonlipossosmollaresubito?" o su "oddiononlivogliolasciarecomepossofare!"
Tutti mi lasciano perplessa per l'estrema generalizzazione delle posizioni.
Ci sono le mamme che 'sti figli li sbatterebbero a scuola già a sei mesi fino alle 20 di sera perchè "così sono indipendenti e io c'ho da lavorà" e ti giudicano una rompiballe crescibamboccioni se invece decidi di perdere qualche giorno per inserirli, e quelle che ti giudicano una delinquente se manifesti anche una piccola insofferenza perchè perdi ore di lavoro e il capo ti fa le parti per la settimana persa.
Mamme e lavoro. Mamme e carriera.
Non facciamo altro che dire che non è giusto, che agli uomini non capita, che ci dovrebbe essere parità, che a Londra è meglio, che in Germania sono più fighi, che in Francia quando mai, e bla bla bla.
Io sono l'ultima figlia, femmina, nata dopo due maschi, e sono cresciuta solo con mia madre, di origini siciliane e con il mito del figlio maschio.
Ora mia madre, anche sotto tortura, vi dirà che per lei i figli sono tutti uguali e che li ha educati allo stesso modo, e io sono certa che lei dice la verità, e che ne è davvero convinta. Ma poi nella realtà dei fatti le cose sono state diverse e se i miei fratelli ora sono sempre all'estero a fare lavori fichissimi e io sono qui vicino a mia madre a fare un lavoro che mai avrei pensato di fare, ci sarà un motivo.
Ma tant'é.
Sono cresciuta, quindi, con il mito del femminismo, radicato in me probabilmente come rivolta contro mia madre che fin da piccola mi ripeteva che le donne si devono sposare, possibilmente con uno "buono", e fare figli presto, e stare a casa a crescerli.
E io invece a dire che no, decido io il mio destino, prima il lavoro e la carriera, io mi devo realizzare prima come persona, nobody's wife, figli manco morta, le donne sono come gli uomini, i figli non devono essere un ostacolo, posso fare il Presidente degli Stati Uniti e fare la mamma e la moglie, con i figli devono starci anche i padri mentre la madre va in giro per il mondo a farsi gli affari suoi.
Se mi risento oggi, mi sembro una candidata di Miss Italia che snocciola i suoi buoni propositi davanti a Frizzi.
E mia madre mi guardava con gli occhi di fuori, ripetendo come un mantra: "Vedrai, quando avrai i figli, capirai".
Poi i figli li ho fatti davvero, e per far vedere a tutti quanto ero figa e quanto ero brava, ho lavorato col pancione fino alla sera prima di partorire: guidavo, sono andata perfino in motorino, andavo alle udienze, facevo riunioni, pianificavo come non ci fosse un domani.
Eppoi dopo nemmeno un mese dalla nascita (per entrambi), via di nuovo a lavoro.
Mi è pesato? Sì, tanto.
Ne è valsa la pena? No
Perchè io non sono un uomo e per la prima volta nella mia vita ho scoperto che non voglio esserlo.
Ho scoperto che il lavoro, la carriera, nemmeno i soldi, valevano tutto lo sbattimento, la stanchezza, lo stress, ma soprattutto la perdita dei momenti più belli della gravidanza prima, e dei primi mesi dopo.
Ho scoperto che fanno bene quelle che si prendono anche un anno, se la legge glielo consente, e che sono stata fessa io, che potevo lavorare da casa, a dare tutta quella disponibilità, perchè nel mio settore fanno tutte così.
Ho scoperto con sorpresa di essere innamorata dei miei figli, di stare bene con loro, anche se mi fanno impazzire, e che mi mancano, e spesso mi soprendo ad essere gelosa di mia madre, che se li gode durante la giornata e mi racconta i loro piccoli progressi.
Io non ho la ricetta universale, ognuna vive la maternità come crede.
Io lavoro con una che è completamente anaffettiva e workaholic: ha fatto due figli solo perchè li facevano tutte le sue amiche e li ha tirati su con tate e baby sitter (lei se le può permettere) e passa la giornata al telefono ad organizzare la loro vite senza esserne mai parte attiva, pur di stare in Studio anche 20 ore al giorno.
Quindi so che ci sono donne a cui va bene così, a cui i figli pesano, o comunque vengono dopo un sacco di altre cose.
Ma io ho capito, dopo anni, di non essere cosi e di voler accompagnare i miei figli nelle loro prime esperienze, senza traumi e possibilmente senza carichi di stress, miei e loro.
Sbaglio? I miei figli saranno bamboccioni a vita? Sto tradendo il femminismo e condanno le donne nuovamente al confino della casalinghitudine? Non lo so.
Spero solo che almeno da grandi non si ricordino come me con tristezza del primo giorno di asilo, quando la bidella mi strappò dalle mani di mia madre mentre piangevo, urlandole di andarsene, e sbattendomi nel banco da sola aspettando che smettessi.

4 commenti:

  1. no non sbagli, ma come sempre il problema è la scelta! Tu ne hai fatta una e dici che era meglio di no: ma ce l'avevi allora la possibilità di fare diverso? Perchè un conto è poter fare e un conto è dover fare! Anche se pure a me mi sembra assurdo pensare solo al lavoro, poi a se e poi ai figli, perchè un uomo può farlo senza avere giudizi sociali ed una donna è una fanatatica del lavoro se lo fa?

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  2. Credo che tu non stia tradendo niente, ne il femminismo ne tanto meno la mammitudine. Il tuo "giudizio" è, ora, più completo e la visione della vita e delle sue priorità, è di sicuro cambiata. Quello che penso io, in qualità di mamma/disastro è che, si, è giusto godersi la maternità, assaporare dei momenti irripetibili, e far parte attivamente, della vita dei propri figli, ma non credo, sia altrettanto giusto, sedersi, adagiarsi sugli allori, ricoprirsi con una coperta di privilegi e dire :"sono mamma ed è un mio diritto". Ognuna, nel nostro piccolo, ha il suo ruolo nel mondo, ha le sue "responsabilità" e da il suo contributo allo sviluppo di un Paese, che tutte vorremmo migliore, soprattutto per loro, i nostri figli. E non riesco sempre a giustificare chi si fa maternità, permessi allattamento, aspettativa, ferie e dulcis in fundo....malattia (e ne ho viste e sentite di storie così). Non credo sia giusto. La vita è complicata, a volte difficile e, per chi non ha aiuti esterni, molto di più...ma spesso, chi si appropria di certi diritti, lo fa solo perchè è "un diritto", è concesso e quindi perchè no? Sicuramente ho sbagliato io, nel lavorare fino alla fine, e nel riprendere subito dopo, è stato difficile non poter stare con mio figlio, ogni momento ma questo non mi ha fatto perdere i suoi momenti importanti e non mi ha impedito di assistere ai suoi progressi. Lo rifarei? Forse correggerei il tiro, ma di sicuro lo rifarei.

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  3. Credo che sia una questione di natura, di genetica: sono le donne che partoriscono i figli, li allattano, se ne prendono cura fin da dentro la pancia, creano con loro un legame speciale che il padre, comunque, non avrà mai. Possiamo starci anni a parlarne, ma sarà sempre così.
    Anche se poi in fondo, detto fra noi, se fai un figlio e poi te ne stai il 90% del tempo a lavorare, e il 10% a sbuffare perchè ti fanno perdere tempo, che tu sia uomo o donna, faresti meglio a non farli e fai prima.
    Sulla scelta, non ti credere che io sono una privilegiata: io se non lavoro non mangio, non ho ferie, non ho permessi, non ho malattia, e come ho detto, non ho avuto la maternità.
    Se lavoro di meno, guadagno di meno o non guadagno affatto, visto la concorrenza che ho, e i clienti, se ti chiamano e sentono il piccolo che frigna in sottofondo, non ti cercano più.
    Forse a me non mi licenzia nessuno, ma sono a rischio licenziamento da parte dei clienti ogni giorno.
    Poi come ho detto, non ho la ricetta universale, ognuno fa quello che crede: riportavo solo mia esperienza e la mia evoluzione, da voglio essere un uomo a voglio essere una donna mamma!

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    1. Io e te facciamo lo stesso identico lavoro e capisco cosa vuoi dire. La mia " predica" era rivolta a chi, in qualità di lavoratrice dipendente, si gode, ( capiamoci, intento giustamente), la maternità e poi giù di permessi per allattamento, aspettative, ferie e anche malattia. Conosco mamme hanno lasciato il lavoro, il giorno dopo aver fatto il test di gravidanza, e sono ricomparse dopo due anni. Questo non credo sia giusto! So cosa e' un diritto, so quante battaglie sono state fatte per ottenerli, e so, quanto e' giusto difenderli, proteggerli egarantirli ed e' proprio per questo, che certi comportamenti non li accetto. Siamo mamme e questo e' un dono grande, non usiamola come "scusa" per fare due anni di ferie.

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