Una compagna di classe di Chicco è diventata cieca... così, dalla sera alla mattina... senza un perchè e senza che nessun medico, nel 2015, lo sappia spiegare ai genitori...
Eppure fino a due giorni prima giocava, correva, faceva i lavoretti insieme ai suoi compagni...
Dico che è diventata cieca, e non "non vedente", perchè così dice Chicco "sai, mamma, Ilaria è diventata cieca", e dopo un po' ho smesso di correggerlo, perchè per lui è normale, non ci fa nemmeno caso, ha solo paura di farle male quando si muove, agitato e sbadato com'è, in giardino o in classe.
Perchè loro non hanno paura delle parole, come noi.
Noi mamme ci abbracciamo, e scappiamo via in lacrime prima che ci vedano, mentre loro continuano a giocare, come se darle la mano per portarla in bagno o aiutarla a trovare la sedia sia un gioco come un altro...
E uno la invidia questa immensa capacità dei bambini di adattarsi a tutto, di trovare un senso a tutto senza farsi troppe domande..
E invece noi stiamo lì a torturarci, a voler sapere e a non voler sapere troppo, perchè il dolore degli altri ci attira e ci respinge come la luce agli insetti, che si avvicinano curiose, ma poi scappano per paura di essere bruciate.
Perchè è inevitabile, quando succedono queste cose, guardare i proprio figli e chiederci: se succedesse a noi?.. e umanamente risponderci, con un sollievo misto a senso di colpa, che per fortuna stavolta è toccato ad altri... come se, nella ruota della fortuna della vita, il fatto che la sorte ci abbia sfiorato solo di striscio, ci renda immuni, almeno per un po', da altre disgrazie.
E' la statistica in fondo, no? Se c'è quella percentuale, e tu non ci sei rientrata, hai buone possibilità di averla sfangata se non per sempre, almeno per un po'.
E chi invece c'è finito dentro? Come lo aiuti? Come puoi sostenerlo? Come si sostiene il dolore degli altri?
Con la presenza discreta di chi si mette genericamente a disposizione?
Con gli aiuti concreti, che poi alla fine solo le persone più vicine possono offrire senza rischiare di essere invadenti?
Con l'insistenza di chi ti chiede notizie continuamente, anche quando notizie non si hanno, nè buone nè cattive?
Con l'indifferenza di chi ti tratta come se niente fosse, perchè pensa che la apparente normalità sia la migliore cura?
Ci riempiamo ogni giorno di mille parole vuote, che assomigliano a tante frasette buone solo da pubblicare sui social, ma la realtà è che nessuno sa mai come gestire il dolore degli altri.
Tutto ci sembra troppo, o troppo poco, e per pudore, o incapacità, dopo i primi momenti, a volte ci si allontana...
Io prego, a modo mio, perchè credo... mi piacerebbe farlo sapere alla mamma che quando posso una preghiera per la piccola Ilaria c'è nel mio cuore, perchè l'ho imparato sulla mia pelle, quando aspettavo i miei figli che per la statistica erano mezzi condannati, che "niente è impossibile a Dio".
Avrei voluto dirglielo stamattina, ma poi l'ho solo abbracciata forte e ho scherzato con lei e con la piccola, come se nulla fosse, come facevo prima, ed entrambe ci siamo ricacciate le lacrime in gola... perchè io sono così, le parole so solo scriverle, ma a dirle, faccio fatica..
Però voglio chiedere a chiunque passi di qui oggi e nei prossimi giorni, anche se non crede, di dire a modo suo una preghiera per la piccola Ilaria.
E non perchè domani riacquisti la vista o ci sia il miracolo, benché, nonostante tutto, io continui a crederci... ma per donare forza a lei e ai suoi genitori, perchè, comunque vada, la loro strada sarà più in salita della nostra, e ne avranno bisogno, di tanta forza...
... perchè una volta, incinta di Chicco, a pochi giorni dalla villocentesi e dal suo responso, o dentro o fuori lessi questa frase: "Dio nella sua infinita perfezione, ha una debolezza: non sa resistere a chi fortemente prega"...
Prego insieme a te.
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