giovedì 15 dicembre 2011

Io sono nata dopo due fratelli, a quattro anni di distanza dal secondo.
Sono nata per sbaglio, una notte che mio padre e mia madre avevano fatto male i calcoli, come mi raccontò lei stessa un giorno, pensando di far bene e non considerando invece che, con quel racconto, avrebbe di fatto rovinato gran parte della mia adolescenza maniaca-depressiva.
Non si dovrebbe mai dire ad un figlio che è nato per sbaglio, anche se è la verità.
Si dovrebbe dire sempre che è stato voluto sopra ogni cosa, che è stato cercato e desiderato. Il resto sono dettagli che non fanno bene a nessuno e possono distruggere molte autostime sul nascere.
La mia, per esempio, così si prese una bastonata niente male, soprattutto se si considera che la mia nascita è coincisa con il declino del matrimonio di mia madre e la fine del suo sogno di ragazza.
Per questo negli anni ho imparato a convivere con il palese diverso atteggiamento che mia madre ha con me e con i miei fratelli.
In fondo loro sono il ricordo di quando le cose andavano bene, dei primi anni del matrimonio,delle speranze non ancora infrante, dei sogni ancora da realizzare.
Io invece sono l'inizio dell'incubo, e  forse anche un po' la causa, visto che con soli due figli magari mio padre si sarebbe fatto prendere meno dalla strizza e avrebbe evitato di farsi circuire dalla prima che gliel'ha sbattuta in faccia, mentre mia madre girava col pancione.
Se ci penso razionalmente, al posto di mia madre, mi odierei un po' anche io.
Per questo guardo i miei figli e prometto a me stessa di mettercela tutta per far sentire entrambi amati e voluti, unici e contemporanemente fratelli.
Non è facile, ma considerando che sarà impossibile che ne venga mai un'altro, forse ce la posso fare.

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