lunedì 14 aprile 2014

una fame da morire



Una volta, avevo circa 10 anni, ero ad un festa di un amichetto, la cui madre aveva apparecchiato un ben di Dio sulla tavola: patatine, crostate, dolci, panini e quanto altro c'è di solito ad un festa.
A casa mia certe cose giravano con lanternino, un po' per le fisse di mia madre, un po' perchè i soldi erano quelli che erano, e, com'è e come non è, quel pomeriggio mangiai un sacco di cose, tutte buonissime.
Forse esagerai un pochino, se alla sera, quando arrivò mia madre a prendermi, la madre del festeggiato commentò stupita "però, quanto mangia questa bambina, devi stare attenta sennò diventa grassa!!".

Ecco, penso che il mio rapporto controverso con il cibo nasca da questo episodio... perchè da allora il mio approccio con il mangiare non è stato mai più sereno.
Ognuno ha i suoi demoni in testa e io da allora lotto con il mio, con gli alti e i bassi che in 40 anni mi hanno portato dall'anticamera dell'anoressia ai 20 kg in più nelle gravidanze.

Credo di essermi sempre salvata da patologie più serie grazie alla mia testa e alla mia capacità di capire il limite oltre il quale sarei stata senza ritorno, ma ogni giorno mi rendo conto di non essere MAI del tutto fuori pericolo.. per dire ora che corro di nuovo, e ho riperso chili, e sono di nuovo a dieta, ho dovuto smettere di pesarmi e mettere via la bilancia, perchè è una spirale che conosco bene e dalla quale devo stare attenta...

In tutto questo c'è Chicca... che ha 5 anni, una fame spropositata e una tendenza a prendere peso.
Il pediatra la dovrà ripesare a maggio, dice che ha preso troppi chili l'ultima volta e le ha già tolto la pasta a cena, mentre io ogni giorno lotto con lei per limitarle il pane e la pizza, o i dolci, che mangerebbe a quantità industriali.

A volte ho paura che questa mia ossessione per il cibo diventi la sua ossessione, e di non essere io in grado di insegnarle quale sia il giusto rapporto con il cibo ed evitare anche a lei una vita piena di privazioni e di sensi di colpa di fronte a un piatto di pasta.
Perchè se passi la vita a vederti grassa anche quando oggettivamente non lo sei, perchè quel grasso ce lo hai nel cervello e negli occhi, come puoi insegnare a tua figlia ad accettarsi e amarsi così com'è?




giovedì 10 aprile 2014

capita

Quando il cancro entra nella tua vita, perchè colpisce una persona a te cara come è successo a me, cominci a smanettare su internet in cerca di notizie e di tutto quanto possa essere utile per te, per quella persona, per capire non tanto perchè, ma come stare vicino a chi è malato ed essere per lui un buon accompagnatore.

Capita poi, nel mondo 2.0, di imbatterti in tanti blog di persone malate, che parlano di cancro, e di malattie, e di battaglie, ma anche di cose belle, di vita vera, di piccole e grandi emozioni che spesso ci dimentichiamo esistano, impegnati come siamo a correre da una parte all'altra.
E giorno dopo giorno capita anche a queste persone ti affezioni, anche se non commenti mai i loro scritti, anche se loro non sanno nemmeno chi sei e che tutti giorni leggi un pezzo della loro vita... perchè per pudore, o timidezza, o paura non hai il coraggio di fargli sentire un po' di quell'affetto.
Ma capita che cominci comunque a tifare per loro, a pregare per loro, a sperare che per una volta quel benedetto miracolo di cui tanti parlano, succeda davvero.

Ma il cancro è una malattia di merda, è un bollettino di guerra che non conosce mai la parola fine e capita così che uno dopo l'altro a queste persone devi dire addio: e lo capisci mesi prima che sarà così, quando leggi una parola scritta in un modo particolare o quando ti accorgi di un assenza un po' troppo più lunga del normale.
Capisci che è arrivato il momento e non ci più parole da dire, o commenti da scrivere, ma solo pensieri e preghiere di affetto da fare.


A volte mi chiedo perchè lo faccio... più spesso mi chiedo dove sia il senso di tutto questo... sempre cerco di rispondermi che questa è la vita, nella sua immensa bellezza.
Tieni duro Gabriele, che possa essere tu la volta buona!