giovedì 20 novembre 2014

mercoledì 5 novembre 2014

Faccio un lavoro che di solito fa la gente ricca, che è nata ricca, o comunque benestante, e che, non dico nel lusso, ma almeno nell'agiatezza è abituata a stare e ci squazza abbastanza bene.
Gente con la barca, con le vacanze fighe in giro per il mondo, con bimbi tirati su da stuoli di tate e baby sitter mentre i genitori passano la vita dietro a pubblic relation, circoli e e feste e poi ti chiedi perchè lavorano fino alle 10 di sera facendosene pure un vanto (e grazie, stai sempre in giro tutto il giorno a cazzeggiare...)
Perchè abbia fatto questo lavoro, e come ci sia finita dentro, ancora me lo chiedo.



Ieri sera, evento raro, io e Lui siamo dovuti andare ad una cena di lavoro, in questa casa enorme, col cameriere in livrea che tendeva gli agguati dietro le spalle con il vassoio pieno di antipasti, che per due o tre volte ha rischiato gli rovesciassi addosso, in quella che io ogni volta chiamo lezione di "antropologia moderna".
Perchè a me i ricchi mi fanno lo stesso effetto di vedere un documentario sugli animali: fanno tutti le stesse cose e hanno tutti gli stessi comportamenti, come le colonie di gnu per dire... e poi mi fanno ridere da morire.

Qualche chicca
(la padrona di casa): "io mi siedo qui perchè devo fare avanti e dietro dalla cucina" in tutta la serata si è alzata solo una volta per andare a fumare.
(sempre la padrona di casa): "non, perchè la xxx (tata/cameriera/schiava) fa schifo, è lenta

mercoledì 15 ottobre 2014

sei

Sei anni fa era mercoledì come oggi, e faceva caldo proprio come oggi, anche se c'era più sole e il cielo era più blu: tuo padre "smadonnava" come al solito per il caldo e io pensavo che il travaglio non sarebbe finito mai e sarei morta prima... e invece poi sei arrivata, e la nostra vita si è colorata del tuo contagioso sorriso... Buon compleanno piccola principessa di mamma!
Sei nata in un giorno così caldo, anche se c'era più sole e il cielo era blu.
Ci hai messo dodici ore ad uscire, che sono sembrate

mercoledì 24 settembre 2014

Perle

"signora, il bambino piange poi gli passa, se no non fa i bei lavoretti con la classe"
"guardi, se piange si deve abituare, io poi adesso che cominicia la scuola e arrivo in ritardo si deve abituare a essere smistato nelle altre classi e aspettarmi"
(agitando un campanellino di ottone) "bimbi, quando la maestra suona il campanello, dovete stare tutti zitti"
(urlando in corridoio, con mio figlio per mano) "di chi è questo ?! e allora se lo prenda!!"
(rivolta a me, mentre mi getta mio figlio, piangente, addosso): " ha fatto i capricci tutta la mattina, non va bene, basta ciuccio e straccetto, l'ho dovuto minacciare che non avrebbe mangiato se non li lasciava subito"
(il giorno dopo) "Signora ho vinto io, niente ciuccio stamattina, ha visto?!"
(ad una bambina che lascia la fila perchè ha visto la mamma in corridoio) "Fermati o ti do il resto!!

Queste alcune perle della maestra capitata a Chicco per il nuovo ciclo di scuola materna... tempo pieno tutti i giorni fino alle 16.
Dopo due settimane così, oggi ho deciso di toglierlo, anche contro il parere di Lui, e rimetterlo all'antimeridiana (uscita alle 13, con tutti i problemi annessi e connessi), dove Chicca è stata tre anni e dove, benchè la maestra non sia un idillio pure lì, lei è stata comunque serena e felicemente scolarizzata.
L'istinto mi ha detto che tre anni così non li avrei sopportati, eppure dentro di me aleggia, sottile, un senso di amara sconfitta...


martedì 16 settembre 2014

inserimenti

Oggi, al secondo giorno di scuola per entrambi, mi trovo a pensare che dovrebbero inventare un inserimento anche per le madri, che far crescere i figli e vederli allontanarsi da te e dalle abitudini del giorno prima non mica facile e son due giorni che dormo e piango ad ogni minima folata di vento.
Chicca ha iniziato le elementari, e vederla salire con la maestra, mano nella mano del

martedì 8 luglio 2014

Mia madre

li vesto pesanti: li vesti troppo pesanti;
li vesto leggeri: li vesti troppo leggeri;
gli metto i saldali: al parco si sporcano i piedi, mettigli le scarpe chiuse
gli metto le scarpe chiuse: gli sudano i piedini, mettigli le scarpe aperte;
li consolo: li consoli troppo questi bambini, crescono male;
li sgrido: sei troppo severa;
gli porto un regalino (solo il lunedì): li vizi;
gli compro le patatine: gli fai mangiare troppe schifezze;
li tengo a stecchetto: non li fai mangiare niente, sono bambini;
li cambio ogni giorno: sei esagerata, la maglietta di ieri era pulita, poi ti lamenti che hai tanto da stirare;
gli metto una maglietta non pulita o stirata a puntino: li fai andare in giro come zingari.
E potrei continuare all'infinito...

Io le voglio bene, è mia madre e l'unica persona che ho a parte Lui e i miei fratelli... e le sono anche molto grata, perchè sta crescendo i miei figli al posto mio, e a 70 e passa anni, con due pesti come le mie, non è facile... e io senza di lei sarei davvero perduta.

Però, certe volte, è davvero difficile riuscire a mantenere la giusta calma...

mercoledì 2 luglio 2014

Cambiamenti

E' un periodo di cambiamenti, questo, e io, abitudinaria come sono, faccio davvero fatica a trovare i nuovi equilibri necessari.
Da Maggio ho cambiato studio e mi sono allontanata da casa di mia madre e dalla scuola, il che si è tradotto in un adirivieni quotidiano su e giù fra casa, studio, tribunale, scuola e casa di mia madre, tale da farmi pensare di aver passato più tempo in macchina che in qualsiasi altro luogo.
E benché ora siamo in uno studio più bello, più in centro, più luminoso e di rappresentanza, non riesco a non rimpiangere il mercato sotto lo studio vecchio, il quartiere dove sono cresciuta, i negozi e le passeggiate che mi facevo andando e tornando dal lavoro.

Poi è che è finita la scuola, ovvero Chicca ha finito la materna e Chicco il nido.
A parte l'ovvia commozione che ha seguito ogni recita dei due, con annessi diplomi, toghe, cappellini e addii più o meno strappalacrime, subito dopo ho realizzato che da settembre entrambi (chi alle elementari chi alla materna) usciranno alle 16,30.
Il che significa che fra poco più di due mesi i miei figli li saluterò alle 8,30 a scuola per rivederli, se tutto va bene, alle 19 di sera quando li preleverò da mia madre.
E sono entrata in paranoia come la peggiore delle mamme italiane.
Perchè non potrò andarli mai a prendere a scuola, tranne forse il venerdì, e perchè non li vedrò più nemmeno quella mezzora a pranzo, che sarà pure un tempo irrisorio, ma mi faceva pesare di meno una intera giornata di lavoro senza di loro.
Perchè per tutta la settimana avranno un rapporto più stretto con le maestre e con mia madre, che con me.
Perchè devo lavorare, e per quanto possa lavorare anche mentre mangio, questo lavoro è completamente incompatibile con gli orari della scuola.

Eppure non sono certo i primi bambini a farsi venire a prendere dalla nonna, a vedere i genitori solo la sera, a passare gran parte della loro giornata fuori casa: loro crescono, cambiano le esigenze, le organizzazioni, le necessità.
Lo so, è così, e forse è anche giusto che sia così: il lavoro è importante, è una fonte insostituibile per la famiglia e probabilmente sarà l'unica cosa che mi rimarrà quando loro saranno grandi e di me non ne vorranno più sapere...
E allora perchè sono tre settimane che mi viene il magone?!


lunedì 26 maggio 2014

Differenze uomo donna

Io: Chicca ti piacerebbe tornare nella pancia di mamma? 
Chicca: Eh no mamma! Ma proprio ora che comincio le elementari mi vuoi far ricominciare tutto daccapo?!!! 
 Io: e tu, Chicco? 
Chicco: A me sì!

lunedì 14 aprile 2014

una fame da morire



Una volta, avevo circa 10 anni, ero ad un festa di un amichetto, la cui madre aveva apparecchiato un ben di Dio sulla tavola: patatine, crostate, dolci, panini e quanto altro c'è di solito ad un festa.
A casa mia certe cose giravano con lanternino, un po' per le fisse di mia madre, un po' perchè i soldi erano quelli che erano, e, com'è e come non è, quel pomeriggio mangiai un sacco di cose, tutte buonissime.
Forse esagerai un pochino, se alla sera, quando arrivò mia madre a prendermi, la madre del festeggiato commentò stupita "però, quanto mangia questa bambina, devi stare attenta sennò diventa grassa!!".

Ecco, penso che il mio rapporto controverso con il cibo nasca da questo episodio... perchè da allora il mio approccio con il mangiare non è stato mai più sereno.
Ognuno ha i suoi demoni in testa e io da allora lotto con il mio, con gli alti e i bassi che in 40 anni mi hanno portato dall'anticamera dell'anoressia ai 20 kg in più nelle gravidanze.

Credo di essermi sempre salvata da patologie più serie grazie alla mia testa e alla mia capacità di capire il limite oltre il quale sarei stata senza ritorno, ma ogni giorno mi rendo conto di non essere MAI del tutto fuori pericolo.. per dire ora che corro di nuovo, e ho riperso chili, e sono di nuovo a dieta, ho dovuto smettere di pesarmi e mettere via la bilancia, perchè è una spirale che conosco bene e dalla quale devo stare attenta...

In tutto questo c'è Chicca... che ha 5 anni, una fame spropositata e una tendenza a prendere peso.
Il pediatra la dovrà ripesare a maggio, dice che ha preso troppi chili l'ultima volta e le ha già tolto la pasta a cena, mentre io ogni giorno lotto con lei per limitarle il pane e la pizza, o i dolci, che mangerebbe a quantità industriali.

A volte ho paura che questa mia ossessione per il cibo diventi la sua ossessione, e di non essere io in grado di insegnarle quale sia il giusto rapporto con il cibo ed evitare anche a lei una vita piena di privazioni e di sensi di colpa di fronte a un piatto di pasta.
Perchè se passi la vita a vederti grassa anche quando oggettivamente non lo sei, perchè quel grasso ce lo hai nel cervello e negli occhi, come puoi insegnare a tua figlia ad accettarsi e amarsi così com'è?




giovedì 10 aprile 2014

capita

Quando il cancro entra nella tua vita, perchè colpisce una persona a te cara come è successo a me, cominci a smanettare su internet in cerca di notizie e di tutto quanto possa essere utile per te, per quella persona, per capire non tanto perchè, ma come stare vicino a chi è malato ed essere per lui un buon accompagnatore.

Capita poi, nel mondo 2.0, di imbatterti in tanti blog di persone malate, che parlano di cancro, e di malattie, e di battaglie, ma anche di cose belle, di vita vera, di piccole e grandi emozioni che spesso ci dimentichiamo esistano, impegnati come siamo a correre da una parte all'altra.
E giorno dopo giorno capita anche a queste persone ti affezioni, anche se non commenti mai i loro scritti, anche se loro non sanno nemmeno chi sei e che tutti giorni leggi un pezzo della loro vita... perchè per pudore, o timidezza, o paura non hai il coraggio di fargli sentire un po' di quell'affetto.
Ma capita che cominci comunque a tifare per loro, a pregare per loro, a sperare che per una volta quel benedetto miracolo di cui tanti parlano, succeda davvero.

Ma il cancro è una malattia di merda, è un bollettino di guerra che non conosce mai la parola fine e capita così che uno dopo l'altro a queste persone devi dire addio: e lo capisci mesi prima che sarà così, quando leggi una parola scritta in un modo particolare o quando ti accorgi di un assenza un po' troppo più lunga del normale.
Capisci che è arrivato il momento e non ci più parole da dire, o commenti da scrivere, ma solo pensieri e preghiere di affetto da fare.


A volte mi chiedo perchè lo faccio... più spesso mi chiedo dove sia il senso di tutto questo... sempre cerco di rispondermi che questa è la vita, nella sua immensa bellezza.
Tieni duro Gabriele, che possa essere tu la volta buona!

lunedì 3 marzo 2014

separazioni

Quando mio padre se ne andò via di casa, lasciando la fede dentro il portasaponette, io avevo 4 anni scarsi.
Di lui dentro casa non mi ricordo nulla, da allora lo vedevo solo il sabato, quando mi veniva a prendere a scuola e mi portava al giornalaio a comprare le figurine, e la domenica a pranzo.
Lui diceva che viveva sotto un ponte e dormiva sotto le stelle e nonostante lo implorassi piangendo di tornare a casa ogni volta che lo vedevo, lui rideva e mi diceva che stava meglio così, perchè la libertà non ha prezzo.
Delle litigate, che pure ci sono state, della volta che minacciò mia madre di buttarla dal balcone o la accusò di fare figli come una coniglia, io non ho visto nulla, e di questo devo ringraziare mia madre che pur di tenerci con lei e non farci finire nella girandola dei tribunali, ha fatto finta che tutto andava bene fino ai miei 16 anni.

Poi scoprimmo per caso che il ponte (che nel frattempo era diventato il suo ufficio, anche se non ci credeva più nessuno) era una casa con un'altra donna e due altre figlie, di cui una praticamente mia coetanea, e dopo una litigata furiosa nella sua macchina fuori scuola, non l'ho mai più visto. Anzi, lo vidi solo circa cinque anni dopo, alla prima udienza di divorzio, quando con una faccia di idiota ebbe anche il coraggio di venirmi a chiedere se ero felice e io volevo solo spaccargli la faccia.

Eppure, anche se mio padre è uno stronzo di proporzioni cosmiche, anche se lo odio e lo odiavo anche allora perchè non ha mai scelto noi, o meglio non ha mai scelto me, se torno indietro e mi guardo bambina sento ancora le mie preghiere per farlo tornare a casa, per far sorridere di nuovo mia madre, per poter avere una famiglia anche io. E anche oggi, che ho 40 anni e una famiglia mia, non riesco a non pensare a quanto sarei più risolta, e più serena, se le cose fossero andate in un'altro modo.
Questo perchè secondo me, secondo la mia esperienza, anche se razionalmente sai che separarsi è giusto, che se non ti ami più è meglio lasciarsi, in un piccolo angolo dentro di te l'unica cosa che vuoi veramente è che i tuoi genitori stiano insieme tutta la vita.

Anche se sono avvocato, non faccio mai le separazioni, soprattutto se ci sono figli minori... è la mia piccola obiezione di coscienza, perchè non ce la faccio, è più forte di me, mi parte sempre l'embolo quando i genitori attaccano a litigarsi i figli come fossero trofei e mi domando sempre come possano due persone amarsi così tanto da decidere di sposarsi e fare un figlio e arrivare poi ad odiarsi così tanto da non riuscire più nemmeno a stare nella stessa stanza senza rinfacciarsi qualsiasi cosa.

E proprio perchè sono figlia di separati credo tantissimo nel matrimonio e nel matrimonio metto moltissimo di me stessa, ogni giorno, perchè non possa mai capitare ai miei figli quello che ho passato io... perchè penso che il matrimonio sia un percorso da costruire insieme, passo dopo passo, mettendoci entrambi impegno, passione, sapendo soffrire, incassare, mediare... perchè se si è scelti consapevolmente quando si è detto sì, io credo davvero che ogni ostacolo possa essere superato.... e mi dispiace tanto quando una coppia getta la spugna e smette di combattere, ma non per la coppia in sè, che alla fine uno fa quello che vuole, ma solo per i figli, perchè in quei figli lì io rivedo sempre me stessa... e non mi sento per questo una cattolica bacchettona e insensibile.

Tutto questo panegirico perchè in alcuni blog che seguo ho trovato delle discussioni piuttosto animate sull'argomento che come spesso accade trascendono le intenzioni e sconfinano in giudizi che sono più pregiudizi che opinioni personali.
Ora, ci tengo a precisare che per chi ha seguito la polemica (non linko i blog perchè non mi va di entrare nella bailamme, infatti non ho nemmeno commentato, ma sono blog molto seguiti), non parteggio nè per l'una nè per l'altra posizione, io penso che entrambi abbiano una parte di torto.
Tuttavia  non piace leggere queste crociate contro chi invece nel matrimonio crede e si impegna ogni giorno per farlo andare bene e per matrimonio intendo le convivenze, i secondi matrimoni, e tutto ciò che è di per sè stesso famiglia (se fosse un secondo matrimonio a fallire mi farebbe lo stesso dispiacere, per dire).
Io ritengo la legge sul divorzio una legge giusta e forse un giorno, chi lo sa, anche io potrei trovarmi a dovermene avvalere... ma non per questo il matrimonio deve giocoforza essere buttato in angolo come qualcosa che se non va più è giusto gettarlo nel cestino, e soprattutto non per questo chi decide consapevolmente di tutelarlo debba sentirsi in colpa o, come ho letto, essere equiparato ad addirittura al  fascismo...

martedì 11 febbraio 2014

40

Domenica sono arrivati gli anta..
Impressioni a caldo: non me li sento per niente! Soprattutto gli ultimi 10 anni sono volati così in fretta che mi sembra ieri che brindavo ai 30.
Quindi pensarmi 40enne, no, non mi sembra davvero che sia io, che canto e ballo in macchina con la musica a palla e che sono completamente lontana da quella pensavo a 20 anni dovesse essere una quarantenne.
Però una cosa la so: non baratterei mai questi 40 con i miei 20.
Perchè a 20 ero una tardo adolescente affetta da acne, depressa e piena di problemi, con tutta quella vita ancora da affrontare e che mi metteva solo una immensa angoscia.
Oggi non so se sono "risolta". Forse no, perchè tanti di quei problemi sono ancora lì, racchiusi in un angolo di me e probabilmente me li porterò nella tomba.
Perchè sono convinta che molto di noi è quello che rimane cristallizzato nei primi due decenni della nostra vita e che per quanto tu cresca, e faccia esperienze, e ti costruisca intorno uno scudo, resterai sempre quella ragazzina delusa e arrabbiata perchè tuo padre non ha scelto te.
Però vivo con l'uomo che amo, e che mi ama, e ho due figli meravigliosi che mi sono stati donati, e ho ancora mia madre vicino.
E a 40 anni ho capito che solo questo conta davvero nella vita.