venerdì 19 luglio 2013

Ingiustizie

Questo ultimo mese sono stata molto occupata su un caso difficile, delicato, che ha a che fare con una persona che lavora (anche) con i bambini.
Una brava persona, davvero, a cui la cattiveria di alcuni sta rovinando la vita e la carriera.
Un caso che mi sta prosciugando e al quale non smetto mai di pensare. Nemmeno la notte.

Ma è anche uno di quei casi in cui capisco il vero ruolo sociale del mio lavoro, ovvero aiutare gli altri contro le ingiustizie.
Perchè noi siamo trattati male, pensati come esseri litigiosi attaccati solo al vile denaro, che si sollazzano nei cavilli e godono nel dilatare i tempi.
E invece siamo nella maggior parte delle persone di buon senso, che cercano di far ragionare le persone perchè è sempre meglio una "brutta ma veloce conciliazione che una buona ma ultradecennale sentenza" e che nel nostro piccolo cerchiamo di aggiustare le storture e le ingiustizie di questo mondo.

E in questi giorni, questo lavoro, che a volte non sopporto più nemmeno io, mi piace.
Perchè questa persona ha ragione da vendere, e deve vincere.
Perchè un bambino, o i vostri, o anche i miei, potrebbero un giorno avere bisogno di lui, e io vorrei che ci fosse lui al loro fianco.