giovedì 31 maggio 2012

Palloni e capocciate

Chicco, un anno appena fatto, da un paio di mesi dà le capocciate a terra e alle pareti.
Lo fa se la sorella gli prende un gioco, o se gli diciamo di no a qualcosa, o semplicemente per attirare l'attenzione.
Si avvicina alla parete, o si china a terra, e BUM, assesta una testata bella rumorosa.
Il bello è che non saltiamo subito in piedi a prenderlo, replica l'impresa con intensità in crescendo e temo sempre di arrivare quando ormai se l'è definitivamente fracassata.
Il pediatra dice che è normale, molti bimbi lo fanno, di solito dopo i due anni smettono (DUE ANNI!!!), l'importante è non fargli capire che se fa così raggiunge l'obiettivo.
Certo che i maschi son proprio strani...
Chicca dal canto suo in questo periodo è in pieno delirio calcistico pre europei. D'altro canto da due malati di calcio come noi non potevano aspettarci nulla di diverso, però mi fa ridere vederla con la sua maglietta dell'Italia perennemente addosso, o come ieri sera, che si è addormentata abbracciata al pallone tipo Holly e Benji.
Io: Chicca, la togliamo la casetta dal terrazzo, che occupa troppo posto?
Chicca: noooooooo, mammaaaaaaaaa.
Io: però avresti più spazio per giocare a pallone
Chicca: ok mamma togliamola!

mercoledì 30 maggio 2012

lettera ad un padre che non è mai stato

Caro papà
Ti scrivo questa lettera senza sapere se sei ancora vivo o morto. O meglio so che sei vivo, ma forse dentro di me vorrei che fossi morto, forse perchè così potrei definitivamente seppellirti sotto tonnellate di terra e non pensarti più.
Perchè nonostante tutto, io ancora ti penso, e questo mi fa incazzare da morire, perchè invece tu non mi pensi e già solo per questo i miei pensieri non te li meriteresti, davvero.
Hai mai avuto sensi di colpa, papà? Anche solo per un attimo, anche solo per un secondo, li hai mai avuti?
Magari nel buio, la notte, ripensando a come hai lasciato da sola una donna con tre bambini piccoli, buttandola nel mondo senza salvagente e fregandotene altamente di tutti i suoi sogni infranti.
Certo, mia madre è una rompicoglioni di proporzioni storiche, te ne dò atto, ma te la sei sposata, e di qualcosa dovevi esserti pur innamorato... perchè sì, è una rimpocoglioni da primato, ma è anche una donna che sa darti tutta se stessa, come ha dato a noi in questi anni in cui non ci sei stato tu... perchè certo, se aspettavamo te, stavamo davvero freschi...
Tu che da piccola mi parlavi di libertà e mi mollavi a 13 anni da sola al mare, o in un parco di Roma, senza riferimenti, e io a fine serata in mezzo alla strada da sola ad aspettare che mi venissi a raccattare non appena ti fossi ricordato...
Tu che da piccola mi dicevi che non ti importava che ti odiavo, perchè l'odio in fin dei conti è un sentimento come l'amore, e lo dicevi ridendo, quella stessa risata odiosa che vedo ancora di notte, quando mi sogno di vomitarti addosso tutto quello che penso di te, con quella rabbia e quel veleno che mi fa sussultare e tu invece di implorare perdono, ridi, e mi fai incazzare ancora di più...
Tu che da piccola non ci sei mai stato, come non ci sei stato mai in nessun momento della mia vita...
Tu che hai avuto il coraggio di accusare mia madre di fare figli come i conigli, quando lei almeno si è fermata a tre, e tu invece ne hai fatte altre due...
Io ti odio con tutta me stessa, e odio ancora di più il fatto che ti odio ancora, nonostante il bastardo che sei... perchè in fondo hai ragione, l'odio è come l'amore, è un sentimento, che comunque c'è e fa male.
La mia conquista sarebbe poterti finalmente ignorare, sapere che davvero non sei nulla per me, perchè nulla sei sempre stato, a parte il mio padre biologico... ma dentro di me so che non potrò mai farlo.
Perchè io non ti odio per quello che hai fatto a me... o almeno quello è solo una minuscola parte dell'odio che ho per te.
Perchè alla fine a me è mancato un padre, non tu. Mi è mancata una figura paterna, ma non certo tu... anzi, a volte ringrazio di essere cresciuta senza di te.
Io ti odio e ti odierò sempre per quello che hai fatto a mia madre: bastava essere sincero, bastava dirle che non l'amavi più, che avevi trovato un'altra e che ti volevi rifare la vita con lei.
Bastava mettere le cose in chiaro, andare davanti ad un giudice e stabilire tempi di visita e assegni di mantenimento.
Bastava essere un uomo... quello che non sei mai stato.

PS vabbè, oggi gira così, poi domani passa e si ricomincia daccapo

mercoledì 23 maggio 2012

Ossessione Gotye

Mamma, ma Gotye quando è a casa si pittura? Ma Gotye dove abita? Mamma, possiamo andare a trovare Gotye a casa sua una volta? Dai mamma, possiamo? Ma Gotye e la ragazza si vogliono bene, e poi si sposano?

martedì 22 maggio 2012

Tertium non datur

La notte scorsa ho sognato che ero incinta del terzo figlio, e mi sono svegliata con un senso di angoscia infinita... anche nel sogno ero angosciata e non sapevo come dirlo a Lui, e ai piccoli, ma soprattutto non sapevo come l'avrei affrontata.
Un terzo figlio non possiamo proprio permettercelo: non abbiamo i soldi, la casa è troppo piccola, la gestione, già con due precaria, sarebbe impossibile.
Ma soprattutto, considerando che ai tempi ci avevano detto che non potevano averne nemmeno uno, e che, vista la nostra mappa genetica, era meglio adottarli, i figli, che giocare con la statistica, non possiamo assumerci la responsabilità di rischiare per la terza volta.
La prima volta c'è stata l'incoscienza.
La seconda c'era la luna piena.
Alla terza non avremmo più scuse, e se fosse la volta sbagliata, non ce lo perdoneremmo mai.
Anche perchè, davvero, non so se lo reggerei di nuovo tutto l'iter.
Guardare l'ecografia e non poter nemmeno gioire, far finta di nulla per settimane fino alla villocentesi, stendersi su quel lettino, chiudendo gli occhi e pregare che quel piccolo prelievo dia il responso giusto.
E poi aspettare una settimana a far finta di non vedere il telefono e a sussultare a ogni suo squillo... e sentire quella pausa nella voce dall'altra parte per capire se la notizia è quella buona, anche stavolta...
No, non ce la farei di nuovo... anche se mi sembra che le due gravidanze siano volate e che non mi sia goduta nulla, di nessuna delle due... anche se mi viene la malinconia a pensare che il mio tempo è passato e che non potrò più essere incinta... anche se guardo Chicco e mi sorprendo a pensare con tristezza che è l'ultima volta che vedrò un cucciolo di uomo cominciare a camminare e a parlare... l'ultima volta che qualcuno mi guarderà ancora con quegli occhioni sgranati di chi ancora ti considera il suo unico punto di riferimento.



giovedì 17 maggio 2012

Elenchi

Cose che mi piacerebbe fare:
1. intrattenere rapporti amichevoli con le maestre e le mamme dell'asilo: loro stanno lì ore a parlare, organizzarsi per le uscite, discutere dei bambini, e nonostante i miei sforzi non mi si fila mai nessuno;
2. preparare la cena la sera prima, invece di ridurmi a portare a tavola la sera il solito prosciutto e mozzarella;
3. svegliarmi mezz'ora prima di tutti per gustarmi il caffè seduta mentre mi leggo le notizie (ma forse prima dovrei poter riuscire a dormire una notte consecutiva);
4. yoga, pilates, massaggi, o qualsiasi altra cosa che mi faccia passare la cervicale;
5. cambiare lavoro con uno part time e con impegno intellettuale pari allo zero.

Cose che mi piacerebbe smettere di fare:
1. mangiarmi le pellicine delle mani;
2. deprimermi con pensieri ansiosi e catastrofici;
3. farmi condizionare dalla mia ex capa, attuale socia;
4. preoccuparmi per tutti e tutto;
5. mangiare cioccolato.

venerdì 11 maggio 2012

L'erede

Fino alla notte prima della tua nascita non avevi nome... avevamo passato nove mesi a litigare sul tuo nome, senza trovare mai un accordo.
O meglio, da quando avevamo saputo che eri un maschio. Perchè i maschi nella terra di tuo padre si devono chiamare come i nonni, e a me quel nome non piaceva e sapevo, in cuor mio, che non sarebbe mai piaciuto nemmeno a te.
Volevo darti un nome bello, pieno di significato, che ti appartenesse per sempre e che ti ricordasse, nella tua vita, l'essenza stessa della tua nascita.
Poi la sera dell'11 maggio Lui se ne uscì con quel nome che distrattamente nei mesi avevo preso in cosiderazione solo di sfuggita, e per curiosità andai a vedere il significato: "Dio ti ha ascoltato".
E mi sono ricordata di quella sera in Chiesa, quando con in braccio tua sorella pregavo e mi affidavo a Dio: "sono nelle tue mani, fai tu quello che è più giusto per noi".
... Dio ti ha ascoltato...
... e dopo qualche minuto sono cominciate le contrazioni... e il giorno dopo sei nato tu!

Poi chiaramente l'altro nome te lo sei beccato uguale, ma questa è un'altra storia....