giovedì 12 febbraio 2015

il viaggio

Avrò avuto sei o sette anni, o forse meno.
Ricordo perfettamente ancora oggi il sogno: mia madre e i miei fratelli, i Chicchi, come chiamo ora i miei figli, che ridono e sono felici, dentro un negozio.
Io invece sono dietro al vetro, fuori, che urlo e li chiamo di venire da me.
Ma loro non mi sentono.
E nel sogno la consapevolezza che io sono morta, e che loro lo sanno, e che, nonostante questo, sono felici, insieme, solo loro tre.
E io che piango, e continuo a urlare, pur realizzando quello che, dentro di me, ho sempre saputo.

Da quando sono madre rivedo tanti momenti della mia vita, da piccola, e capisco tante cose che ho seppellito dentro, per andare avanti. E che invece ora ritornano prepotenti fuori, e chiedono con urgenza di essere risolte.
A quarant'anni sta cominciando una fase della mia vita che mi spaventa, e non mi fa dormire...c'è una strada, un viaggio, che dovrei affrontare, per essere una buona madre per i miei figli, e non commettere gli stessi inconsapevoli errori di chi genitore (madre e padre) lo è stato prima di me.
Perchè amo i miei figli e voglio vederli felici.
Ma fa paura questo viaggio, perchè non so cosa troverò alla fine della strada.
E, soprattutto, chi.