lunedì 25 novembre 2013

Piccole soddisfazioni

Poi quel Giudice l'ho convinto, e oggi ho vinto la causa.
E' una bella soddisfazione, anche se devo dire la verità, quello che è successo nei giorni scorsi un po' mi ha spento il sorriso.
Sono contenta però per il mio Cliente, che davvero non si meritava tutta la cattiveria che gli si era rovesciata addosso in questi ultimi mesi: l'aver perso il lavoro, la propria dignità professionale, sentirsi oltraggiato e ingiuriato da persone che nemmeno lo conoscono, solo perchè qualcuno aveva deciso a tavolino di farlo fuori e di farlo in televisione, con una bel servizio preparato ad arte.

Sì, perchè ormai siamo diventati un Paese dove basta una telecamera e un programma di basso profilo per rovinare la vita e la carriera alle persone che invece lavorano davvero e fanno il bene degli altri.
E se è Berlusconi, o il politico di turno a finirci dentro, in questa macchina del fango, facciamo spallucce e magari sotto sotto siamo anche contenti, e invece non ci rendiamo conto che domani potrebbe capitare ad ognuno di noi e non è giusto.

Le azioni, i fatti, di qualsiasi natura siano, vanno prima contestati, provati, argomentati e poi dopo, solo dopo, quando si è accertata la verità, processuale o meno che sia, ci si fanno sopra le trasmissioni.
I processi si fanno nelle aule di Tribunale, non fra uno stacchetto della soubrette e una battuta del comico e soprattutto, non attraverso un tagli e cuci dove l'obiettivo finale è solo sputtanare e non informare.

Mentre lavoravo sull'atto, guardavo il mio Cliente e non capivo per quale motivo volesse tornare a lavorare lì, dopo essere stato trattato in quel modo... oggi leggo la sentenza e mi auguro che non solo ci voglia tornare, ma che ci rimanga tanto a lungo da far ingoiare un po' di rospi a chi ha anteposto i propri interessi di facciata alla salute delle persone. A chi ha preferito credere ad una balla, seppur ben confezionata, alla più banale, e proprio per questo più reale, verità.

Perchè tanti di bambini hanno bisogno di lui, e sarebbe una sconfitta, quella sì, impedire a tutti loro di essere curati da chi si fidano in una struttura pubblica.

mercoledì 20 novembre 2013

...

Oggi alle 8.50 accompagnavo trafelata Chicca a scuola, in una giornata con il sole.
E oggi alle 8.50 un'altra mamma come me, con due bimbe piccole, se n'è andata per sempre.
Ho seguito anche lei in silenzio in questi anni, come ho seguito Anna Lisa, perchè sul web ci si affeziona alle persone, anche se non si conoscono, quando si incontra il cancro e ci si impara a convivere, come ho fatto io con mia madre.
E come Anna Lisa se ne andata silenziosa anche lei.
E io non riesco a smettere di piangere.
Perchè la vita non è giusta e perchè questa malattia è una carogna.
Perchè la morte di un genitore è qualcosa che un figlio non dovrebbe vivere, e se penso a queste bambine, che potrebbero essere i miei figli, mi si spezza il cuore.
Perchè vorrei uscire, entrare in una Chiesa e pregare, per trovare un senso a tutto questo, perchè deve esserci un senso, e perchè mi sembra l'unica cosa adesso che mi farebbe sentire meno il peso di questo macigno dentro.
... e invece sono inchiodata qua, a far finta di lavorare.

Ciao Wide.


mercoledì 13 novembre 2013

La scuola

Premessa: è un post polemico e non molto popolare. Però è quello che penso in questo periodo e che non posso dire in giro, sennò mi guardano male.
Il mio approccio con la scuola pubblica in questi tre anni è stato: qui i soldi non ci sono, paga tu per far fare le cose ai pupi.
Ok, accettata la premessa, visto che pago io, ho pensato che avessi almeno il diritto di esprimere una opinione su cosa fare o meno.
E invece no.
Funziona così: tu paghi, facendo finta di scegliere, ma poi alla fine firmi quello che dico io e stai pure zitta.

Scuola di Chicca, materna comunale, nessuna retta (apparentemente, perchè la paghiamo comunque, seppur indirettamente): da tre anni paghiamo a parte un laboratorio teatrale, circa 160 euro l'anno. Filo conduttore inestistente, feedback con gli insegnanti zero, saggio finale orripilante (è stata più bella la recita di natale, per dire), estusiamo della figlia non pervenuto (l'anno scorso piangeva e non voleva nemmeno andarci, quest'anno è del tutto indifferente alla cosa).
Alla prima riunione di classe io e un'altra mamma abbiamo tentato di proporre qualcos'altro, quanto meno di sentire in giro qualche altra associazione, per me andava bene tutto, pure fare un po' di sport che secondo me era anche più divertente per i bambini. Non l'avessimo mai fatto. Risposta della maestra (con cui i rapporti ormai sono al minimo storico): firmano tutti quindi devi firmare pure tu. Amen.

Scuola di Chicco: nido convenzionato, pagamento di retta mensile: laboratorio di musica a parte, costo 75 euro l'anno, fatta riunione in cui s'è fatto finta di chiedere se eravamo d'accordo, di fatto tutto già deciso,"o si paga o tuo figlio rimane fuori dalla classe a far cosa non si sa". Amen 2.

Ora, io capisco tutto, che tocca fa' lavorare tutti, che la scuola i soldi non ci sono e li devi sborsare tu, che sono cose utili, artistiche, appassionanti (anche se poi ho un po' di riserve su questo)...però quest'atteggiamento dittatoriale non mi piace, alla fine sono 200 e passa euro all'anno che pesano a tutti in questo periodo, quantomeno mi piacerebbe che fossero impiegati per il piacere dei miei figli, non di quello delle insegnanti (di non averli fra le balle per un ora a settimana).

Fine dello sfogo.