giovedì 20 dicembre 2012

A che ora è la fine del mondo...

E' Natale e come al solito io sono di corsa e indietro su tutto.
Sono indietro sul lavoro, sui regali, sugli addobbi, insomma su tutto, soprattutto perchè dalla fine di Novembre ci sono accadute una serie di sfighe cosmiche che sto cominciando seriamente a pensare che meno male che domani finisce il mondo.

1. I bimbi si sono presi di tutto, febbre, tosse, gastrointerite, e pure il marito ci ha messo del suo, cosìcchè fra vomitini, catarro e muco come se piovesse si è passati allegramente ogni week end barricati in casa, alla faccia delle passeggiate, dei regali da comprare, del Natale da respirare...

2. in sequenza si sono rotti:
a) la macchina, per cui per due settimane s'è girato in smart in tre, e lo so che non si può, è pericoloso e bla bla bla, ma la mattina arrivaci tu all'asilo e poi da mia madre a lasciare il piccolo, e poi al lavoro con i mezzi pubblici;
b) lo scarico del bidet, dove chiaramente confluiscono tutti i tubi della cucina, ivi compresa quella della lavastoviglie che mi aveva salvato la vita solo pochi mesi fa, per cui per tre giorni oltre al bagno inagibile e la cucina apocalittica, si è mangiato pizza nei cartoni e due mozzarelle nel contenitore, perchè lavare i piatti nel lavandino del bagno, no, non ce la potevo fare;
c)  il mio simpatico home banking in sinergia con il mio simpatico commercialista, finito all'ospedale con una colica renale, cosìcche ho pagato due volte l'ultima rata dell'IMU, perchè lui, irrintracciabile, non mi ha avvertito prima di aver fatto l'ordine di bonifico già da giorni.

3. il tutto condito da:
a. mia madre isterica, perchè domani fa il rogito della casa (sua) e quindi fra banca, incontri sindacali (è una dismissione di case di enti), notai, ho fatto il giocoliere per tenermi i bimbi quando lei non poteva, perchè io le baby sitter non so cosa sono e mi ostino a lasciarli solo a mia madre;
b. la mia socia isterica, perchè a lei già ogni cosa è una tragedia, figurati quando si chiude lo studio due settimane e va in astinenza da lavoro (e soprattutto deve stare in famiglia con i suoi figli.. che poi, alla fine, io compatisco più i figli che se la devono tenere due settimane a casa ...).

Ecco, insomma, se domani è la fine del mondo, quasi quasi... altrimenti ci si sente qua, se si fa in tempo, prima della fine dell'anno... perchè quando non vado in ufficio, per me il pc diventa inaccessibile, e forse, alla fine, è anche meglio così!

venerdì 7 dicembre 2012

Pensieri cupi sotto natale

Quando è morto il papá di Lui, circa sette anni fa, il giorno dell'Immacolata, ho cominciato ad avere paura della morte... è strano, io che la morte l’ho tanto celebrata nei miei scritti di ragazzina (ero molto dark), nei miei pensieri, nei miei sogni, da quel giorno mi spaventa e mi mette angoscia come il peggiore degli incubi.
La morte... mi ha sempre ballato intorno con il suo abito nero facendomi credere di essere una soluzione a tutte le mie insoddisfazioni e alle mie paturnie, e poi un giorno mi colpisce (quasi) direttamente e io non ho piú il coraggio di pensare a lei.
Da quando sono nati i figli, poi, e si è ammalata mamma, non ne parliamo... 
Nasconderlo non serve a nulla, anche se poi non posso parlarne con nessuno, mi vergogno o comunque mi sento paranoica, mi dico che se entro in quella spirale di pensieri faccio solo un tuffo triplo carpiato nella depressione, e non me lo posso proprio permettere.

Mio suocero è morto in casa, e vivendo al Sud, come nelle migliori tradizioni, a casa è rimasto fino al funerale. Era la prima volta in vita mia che vedevo un morto.
E vedere mio suocero dentro quella bara, nel centro del suo salotto, mi ha sconvolto dentro, mi ha segnato profondamente e da allora niente è stato più come prima... cammino per strada e penso sempre ora muoio di botto e tutto finisce, bum, fine delle trasmissioni... oppure se non muoio io, muore qualcun’altro, mia madre, Lui, qualche amica, i miei figli e finisce tutto comunque.
Quando cresci arriva un momento dove la gente comincia a morire, ed è normale che succeda: l’etá avanza e tu lo sai da sempre, che alla fine si muore per forza e che non puoi farci nulla, ma sembra tutto cosí assurdo lo stesso.
Comincio a pensare che questo potrebbe essere l’ultimo natale, l’ultima vacanza, l'ultima estate, l’ultimo bacio. In fondo non è cosí che succede? un giorno ti svegli, vai a lavoro pensando che tutto scorra esattamente come gli altri giorni, fra ufficio, pranzo, spesa e cena... e invece uno scemo ti taglia la strada e tu a casa non ci torni piú.
Qualche anno fa, alla festa del PhD di mio fratello di mezzo, a New York, eravamo in cucina a brindare e invece di godermi il momento, dentro io continuavo a pensare che magari quella era l’ultima volta in cui eravamo tutti insieme, io mamma e i miei fratelli... la mia famiglia... mi dicevo “goditi questo momento di allegria, assaporalo tutto nella sua specialitá, che forse l’anno prossimo qualcuno non ci sará piú e non saremo mai piú tutti e tre insieme...

Non è buffo? Io che odio tanto la famiglia mi terrorizzo al pensiero che un giorno la mia non ci sará piú... chissá se io e i miei fratelli avremo la costanza e la forza di tenerci uniti quando mamma non ci sará piu: lei in fondo è il nostro collante, l’adesivo di queste tre vite nomadi, in perenne fuga da sè stessi e dalle proprie radici. Da quando siamo nati fuggiamo con la rabbia dentro da tutto ció che ci lega, come se mettere radici ci costringesse prima o poi a guardarci dentro e vederci riflesso comunque lui.
Lui che non ci ha voluto, che ci ha rinnegato, che ci ha cacciato dalla sua vita senza un motivo, senza una scusa plausibile, solo perchè era piú semplice cosí.

Quando guardavo mio suocero morto nella bara, al centro del salotto, continuavo a pensare che quando morirá mio padre io probabilmente non lo sapró nemmeno, e se lo sapró, probabilmente non proveró nulla... no, in realtá lo guardavo e pensavo che era assurdo, allucinante, che un morto stesse nella bara al centro del suo salotto in mezzo alla gente che lo guardava in silenzio... lo trovavo barbaro.... pensavo che da un momento all’altro si sarebbe alzato e avrebbe mandato a quel paese tutti... sono morto cazzo, andate tutti al diavolo e lasciatemi in pace!
A Lui queste cose non posso dirle, lui è parte in causa e certo si sentirebbe offeso a sentir dire che quello che hanno fatto la ritengo un’usanza incivile.
Che mi guardavo attorno e mi sembrava incredibile che qualcuno non prendesse la madre di peso per trascinarla fuori da quella stanza e portasse il morto via da quella casa.
Che mi sembravano tutti matti, a stare tutti attorno alla bara e continuare a piangere, quasi a volersi fare ancora piú male a vedere qualcuno che ormai non si muove piú.
Lo so... al loro posto magari farei lo stesso, che ne sai? 
Giá che ne sai, in fondo a te non è mai morto nessuno, il bello di non aver avuto una famiglia è che la morte difficilmente ti tocca, a meno che non sei proprio sfigato.
Peró mio padre mi ha abbandonato da piccola, conta uguale?
No, credo di no.