venerdì 8 marzo 2013
8 marzo
Mi sa che a forza di sforzarmi di non essere una "donna", ho fatto solo un piacere agli uomini, che si sono risparmiati con me un sacco di soldi!
martedì 5 marzo 2013
La quiete prima della tempesta?
Questa è stata la nostra domenica, la prima dopo un mese di reclusione in casa.
Una domenica bella e soleggiata, dove i bambini hanno riso e giocato e noi due ci siamo, finalmente, rilassati.
Stanno crescendo e mi rendo conto che uscire diventa lentamente meno stressante.
Sono autonomi, mangiano più o meno quello che mangiamo noi, si cercano e spesso mi trovo a distrarmi un attimo, e poi tornare in me e scoprire che posso finalmente concedermi il lusso di distrarmi per pochi secondi, perchè Chicco non si mangia più la sabbia e non rischia la vita ogni due per tre e perché Chicca mi sta vicino e non si allontana più all'improvviso.
Tempo sei mesi, o anche meno, e sarà tutto molto più semplice.
Chicca ormai dorme tutta la notte filata nel suo letto, Chicco si sveglia un paio di volte, ma solo per pochi minuti.
Chicca ama la scuola e non vede l'ora di andare dai suoi amichetti.
Chicco mi saluta la mattina con la manina e corre a mangiarsi la cioccolata dalla nonna.
Loro giocano insieme, si menano come due pugili suonati, ma poi si cercano, e si imitano, e parlano, in quella lingua incomprensibile a cui noi genitori non abbiamo accesso.
E' bello vederli crescere e confrontarsi e soprattutto costruirsi a suon di pugni e abbracci quel rapporto fratello e sorella giorno per giorno.
E questo pensavo, mentre ero seduta al sole e mi godevo la giornata, e respiravo l'aria di mare, e mi dicevo vedi ora sarà sempre tutto più in discesa, e anche tu riuscirai a ritagliarti più spazio, e magari risciamo anche ad organizzare un bel viaggio, tanto arriva la primavera e ci sono un sacco di ponti, fra Pasqua e il 25 aprile...
Poi ieri, accompagnando Chicca a scuola, la ferale notizia: secondo caso di varicella a scuola.
Quant'è l'incubazione... apposto, Pasqua una, aprile l'altro... meno male che da questa settimana ridanno brutto tempo!
Una domenica bella e soleggiata, dove i bambini hanno riso e giocato e noi due ci siamo, finalmente, rilassati.
Stanno crescendo e mi rendo conto che uscire diventa lentamente meno stressante.
Sono autonomi, mangiano più o meno quello che mangiamo noi, si cercano e spesso mi trovo a distrarmi un attimo, e poi tornare in me e scoprire che posso finalmente concedermi il lusso di distrarmi per pochi secondi, perchè Chicco non si mangia più la sabbia e non rischia la vita ogni due per tre e perché Chicca mi sta vicino e non si allontana più all'improvviso.
Tempo sei mesi, o anche meno, e sarà tutto molto più semplice.
Chicca ormai dorme tutta la notte filata nel suo letto, Chicco si sveglia un paio di volte, ma solo per pochi minuti.
Chicca ama la scuola e non vede l'ora di andare dai suoi amichetti.
Chicco mi saluta la mattina con la manina e corre a mangiarsi la cioccolata dalla nonna.
Loro giocano insieme, si menano come due pugili suonati, ma poi si cercano, e si imitano, e parlano, in quella lingua incomprensibile a cui noi genitori non abbiamo accesso.
E' bello vederli crescere e confrontarsi e soprattutto costruirsi a suon di pugni e abbracci quel rapporto fratello e sorella giorno per giorno.
E questo pensavo, mentre ero seduta al sole e mi godevo la giornata, e respiravo l'aria di mare, e mi dicevo vedi ora sarà sempre tutto più in discesa, e anche tu riuscirai a ritagliarti più spazio, e magari risciamo anche ad organizzare un bel viaggio, tanto arriva la primavera e ci sono un sacco di ponti, fra Pasqua e il 25 aprile...
Poi ieri, accompagnando Chicca a scuola, la ferale notizia: secondo caso di varicella a scuola.
Quant'è l'incubazione... apposto, Pasqua una, aprile l'altro... meno male che da questa settimana ridanno brutto tempo!
giovedì 28 febbraio 2013
... e quindi uscimmo a riveder le stelle...
E' stato un mese faticoso, febbraio, faticoso e lunghissimo, nonostante duri solo 28 giorni.
Siamo stati ammalati tutti, prima Chicca, poi mia madre, poi Chicco, che è finito all'ospedale, poi io e Lui, poi di nuovo Chicca e Chicco.
Insomma, un'ecatombe.
E così mi sono persa in mio compleanno, il carnevale, le ceneri, san valentino, le elezioni.
28 giorni chiusi dentro casa, di cui una settimana inchiodata al letto senza avere la forza nemmeno di mettermi seduta.
Non mi ricordo di essere stata mai così male in vita mia.
Ora cominciamo a respirare. Da due giorni c'è il sole a Roma e si respira un vago sentore di primavera.
So' che là fuori è uno sfacelo e tutto sta precipitando.
Ma qua si fanno progetti per il week end, perchè anche se le temperature sono basse, danno sole... SOLE...
se si ammalano di nuovo giuro che li diseredo seduta stante..
Siamo stati ammalati tutti, prima Chicca, poi mia madre, poi Chicco, che è finito all'ospedale, poi io e Lui, poi di nuovo Chicca e Chicco.
Insomma, un'ecatombe.
E così mi sono persa in mio compleanno, il carnevale, le ceneri, san valentino, le elezioni.
28 giorni chiusi dentro casa, di cui una settimana inchiodata al letto senza avere la forza nemmeno di mettermi seduta.
Non mi ricordo di essere stata mai così male in vita mia.
Ora cominciamo a respirare. Da due giorni c'è il sole a Roma e si respira un vago sentore di primavera.
So' che là fuori è uno sfacelo e tutto sta precipitando.
Ma qua si fanno progetti per il week end, perchè anche se le temperature sono basse, danno sole... SOLE...
se si ammalano di nuovo giuro che li diseredo seduta stante..
venerdì 15 febbraio 2013
rob's anatomy
Non sono una madre apprensiva, o almeno ho sempre pensato di non esserlo.
Non mi appanico se i miei figli cadono, se si menano, se hanno febbre o tosse o svomitazzano di qua e di là.
Se mi appanico, le rare volte, mi faccio un mantra di razionalità, corro su google e il più delle volte, quando alla fine lo chiamo, ne so più io che il pediatra.
Tutto ciò fino a mercoledì, quando Chicco ha deciso di botto di avere una convulsione febbrile e per un attimo di fare finta di morire fra le braccia di mia madre.
Per chi non sapesse cosa sono, le convulsioni febbrili sono una cosa innocua, ma molto spaventosa, che non c'entra niente con la febbre alta, come avevo sempre pensato, quanto piuttosto con un innalzamento troppo repentino della febbre, per cui il bambino va in crash e si resetta come un pc.
Ovvero comincia a tremare, poi sviene, poi torna in sè, dormicchia un pochino e poi torna come nuovo.
Che detta così sembra una passeggiata, e forse lo è anche, se lo si vede da fuori, ma vista da dentro è un incubo da cui ancora facciamo fatica a svegliarci.
E io, la madre non apprensiva, mi sono ritrovata a scappare al pronto soccorso, che in cinque anni non mi aveva visto mai, e a passarci una notte e un giorno facendo una serie di considerazioni:
1. al pronto soccorso pediatrico portano un sacco di bimbi che non hanno niente: tosse, vomito, diarrea, tutte cose che io mi sono sempre sciroppata a casa e che al massimo mi hanno fatto chiamare il pediatra, e per le quali invece alcuni reclamano il ricovero;
2. che l'ospedale crea assuefazione, per cui passi giorni a fare la fila al Pronto Soccorso per fartelo ricoverare di nuovo dopo che te lo hanno già dimesso, perchè a casa non ti senti più sicura a fare nulla;
3. che le infermiere che ti chiamano continuamente "Mamma" con quell'aria da maestrina dopo un po' diventano odiose e alla quarta volta che ti richiamano perchè il bambino urla e si dimena per mettere un accesso venoso (beh, ha 20 mesi, secondo te capisce che deve stare fermo?!) avresti voglia di dargli una sberla e dirgli di darti del Lei fino alla fine della degenza;
4. che i medici di default fanno i molliconi con le infermiere e le infermiere, di qualunque età, fanno le splendide con i medici;
5. che l'ospedale è un posto orribile dove non vorrei mai rimanere più di dieci minuti, soprattutto se c'è mio figlio su quel letto, anche se grazie al cielo non ha niente di grave.
Non mi appanico se i miei figli cadono, se si menano, se hanno febbre o tosse o svomitazzano di qua e di là.
Se mi appanico, le rare volte, mi faccio un mantra di razionalità, corro su google e il più delle volte, quando alla fine lo chiamo, ne so più io che il pediatra.
Tutto ciò fino a mercoledì, quando Chicco ha deciso di botto di avere una convulsione febbrile e per un attimo di fare finta di morire fra le braccia di mia madre.
Per chi non sapesse cosa sono, le convulsioni febbrili sono una cosa innocua, ma molto spaventosa, che non c'entra niente con la febbre alta, come avevo sempre pensato, quanto piuttosto con un innalzamento troppo repentino della febbre, per cui il bambino va in crash e si resetta come un pc.
Ovvero comincia a tremare, poi sviene, poi torna in sè, dormicchia un pochino e poi torna come nuovo.
Che detta così sembra una passeggiata, e forse lo è anche, se lo si vede da fuori, ma vista da dentro è un incubo da cui ancora facciamo fatica a svegliarci.
E io, la madre non apprensiva, mi sono ritrovata a scappare al pronto soccorso, che in cinque anni non mi aveva visto mai, e a passarci una notte e un giorno facendo una serie di considerazioni:
1. al pronto soccorso pediatrico portano un sacco di bimbi che non hanno niente: tosse, vomito, diarrea, tutte cose che io mi sono sempre sciroppata a casa e che al massimo mi hanno fatto chiamare il pediatra, e per le quali invece alcuni reclamano il ricovero;
2. che l'ospedale crea assuefazione, per cui passi giorni a fare la fila al Pronto Soccorso per fartelo ricoverare di nuovo dopo che te lo hanno già dimesso, perchè a casa non ti senti più sicura a fare nulla;
3. che le infermiere che ti chiamano continuamente "Mamma" con quell'aria da maestrina dopo un po' diventano odiose e alla quarta volta che ti richiamano perchè il bambino urla e si dimena per mettere un accesso venoso (beh, ha 20 mesi, secondo te capisce che deve stare fermo?!) avresti voglia di dargli una sberla e dirgli di darti del Lei fino alla fine della degenza;
4. che i medici di default fanno i molliconi con le infermiere e le infermiere, di qualunque età, fanno le splendide con i medici;
5. che l'ospedale è un posto orribile dove non vorrei mai rimanere più di dieci minuti, soprattutto se c'è mio figlio su quel letto, anche se grazie al cielo non ha niente di grave.
lunedì 4 febbraio 2013
che poi..
... che poi non è stato Spider Man, per fortuna, ma un comunissimo e mai tanto amato come ora vestito da tigre, bello caldo da sembrare un pigiamino e che ora Chicca non si toglie più nemmeno la notte e lo vuole nel suo lettino per dormirci abbracciata forte forte.
... che poi sarà pure vero che è meglio Spider Man delle principesse, ma a lungo andare diventa pesante e comincio a preoccuparmi, specie quando mi dice che vuole essere un maschio come suo fratello... poi per fortuna dice anche che gli piacciono i maschi e soprattutto il suo migliore amico (che è maschio chiaramente) e tiro un sospiro di sollievo.
... che poi siamo andati alla prima visita oculistica di Chicca, dove lei ha collaborato zero e nonostate ciò il dottore sospetta un astigmatismo da correggere con gli "occhialetti" (la vuole rivedere ad aprile) e io l'ho presa malissimo, ma così male che per il nervoso gli "occhialetti" gliel'avrei sbattuti in testa a lui e a quella imbecille dell'ortottista che sbuffava sui capricci di mia figlia.
... che poi gli occhiali io li ho messi a 10 anni e c'ho pianto per tre mesi interi, e a 16 anni ho voluto le lenti e a 30 ho fatto l'operazione, per dire quanto ami gli "occhialetti", io.
... che poi ieri sera mentre cambiavo Chicco, lui mi ha cantato tutto l'inno di Italia ridendo come un pazzo e io ho pensato che queste sono cose che ti riappacificano col mondo.
... che poi l'altra sera, origliando dalla porta della cameretta, li ho sentiti parlare fra loro di cose incomprensibili e ho realizzato per la prima volta che, dopo essere stati nemici, stanno diventando complici, di quell'associazione a delinquere che fra qualche anno ci farà disperare, ma che è stato il motivo per cui fin dal principio ne ho voluti due.
... che poi sarà pure vero che è meglio Spider Man delle principesse, ma a lungo andare diventa pesante e comincio a preoccuparmi, specie quando mi dice che vuole essere un maschio come suo fratello... poi per fortuna dice anche che gli piacciono i maschi e soprattutto il suo migliore amico (che è maschio chiaramente) e tiro un sospiro di sollievo.
... che poi siamo andati alla prima visita oculistica di Chicca, dove lei ha collaborato zero e nonostate ciò il dottore sospetta un astigmatismo da correggere con gli "occhialetti" (la vuole rivedere ad aprile) e io l'ho presa malissimo, ma così male che per il nervoso gli "occhialetti" gliel'avrei sbattuti in testa a lui e a quella imbecille dell'ortottista che sbuffava sui capricci di mia figlia.
... che poi gli occhiali io li ho messi a 10 anni e c'ho pianto per tre mesi interi, e a 16 anni ho voluto le lenti e a 30 ho fatto l'operazione, per dire quanto ami gli "occhialetti", io.
... che poi ieri sera mentre cambiavo Chicco, lui mi ha cantato tutto l'inno di Italia ridendo come un pazzo e io ho pensato che queste sono cose che ti riappacificano col mondo.
... che poi l'altra sera, origliando dalla porta della cameretta, li ho sentiti parlare fra loro di cose incomprensibili e ho realizzato per la prima volta che, dopo essere stati nemici, stanno diventando complici, di quell'associazione a delinquere che fra qualche anno ci farà disperare, ma che è stato il motivo per cui fin dal principio ne ho voluti due.
venerdì 18 gennaio 2013
Maschi e femmine
Fin da piccola la volevo femmina, e avevo già pensato a ben sette nomi da darle, anche se poi alla fine gliene ho dato solo uno, che non c'entra niente con quella lista.
E la volevo e la sognavo esattamente come è adesso, con quei suoi lunghissimi capelli biondi, i boccoli, gli occhi chiari, magra e alta, con il naso all'insù e il viso furbetto.
E me la immaginavo vestita come una bambolina, e che mi sarei divertita a giocare con lei con le bambole, o a fare shopping, o fare tutte quelle cose da femmina che io, ultima di tre fratelli, non avevo mai potuto fare.
Perchè io giocavo con le macchinine e i robot, andavo a vedere le partite la domenica dalla collina di Monte Mario, scambiavo le figurine dei calciatori con gli amici dei miei fratelli e, dulcis in fundo, ho avuto per molti anni capelli cortissimi, perchè quando hai tre figli e sei da sola, non puoi perdere tempo a lavare e asciugare i capelli di uno solo.
E quell'essere un po' maschiaccio me lo sono portato dentro per tanto tempo.
Al liceo ero l'amicona di tutti, quella con le scarpe da ginnastica e i maglioni troppo larghi, quella che andava allo stadio la domenica, e con cui tutti i ragazzi parlavano e si confidavano, "perchè tu mica ti fai le paranoie e pensi solo ai vestiti". Anche se poi di paranoie me ne facevo un mondo, ma non lo sapeva nessuno.
E questa corazza maschile, che forse è stata più una maschera per proteggermi che la mia vera natura, mi accompagna anche ora, che sono diventata grande, e ancora evito i tacchi, metto la gonna solo se necessaria, mi trucco poco o niente, anche se poi mi trovo ad invidiare quelle che riescono sempre ad essere perfette e impeccabili.
Quindi quando ho saputo che era femmina, ed ero così felice, già me la immaginavo a Carnevale, mentre la vestivo da fatina, o da Biancaneve, magari mettendole un po' di lucidalabbra e un bel fiocco fra i capelli.
E invece oggi mi guarda dritta negli occhi e mi dice: "Mamma, io a Carnevale mi vesto da Spiderman come i maschi!".
Ecco, appunto.
E la volevo e la sognavo esattamente come è adesso, con quei suoi lunghissimi capelli biondi, i boccoli, gli occhi chiari, magra e alta, con il naso all'insù e il viso furbetto.
E me la immaginavo vestita come una bambolina, e che mi sarei divertita a giocare con lei con le bambole, o a fare shopping, o fare tutte quelle cose da femmina che io, ultima di tre fratelli, non avevo mai potuto fare.
Perchè io giocavo con le macchinine e i robot, andavo a vedere le partite la domenica dalla collina di Monte Mario, scambiavo le figurine dei calciatori con gli amici dei miei fratelli e, dulcis in fundo, ho avuto per molti anni capelli cortissimi, perchè quando hai tre figli e sei da sola, non puoi perdere tempo a lavare e asciugare i capelli di uno solo.
E quell'essere un po' maschiaccio me lo sono portato dentro per tanto tempo.
Al liceo ero l'amicona di tutti, quella con le scarpe da ginnastica e i maglioni troppo larghi, quella che andava allo stadio la domenica, e con cui tutti i ragazzi parlavano e si confidavano, "perchè tu mica ti fai le paranoie e pensi solo ai vestiti". Anche se poi di paranoie me ne facevo un mondo, ma non lo sapeva nessuno.
E questa corazza maschile, che forse è stata più una maschera per proteggermi che la mia vera natura, mi accompagna anche ora, che sono diventata grande, e ancora evito i tacchi, metto la gonna solo se necessaria, mi trucco poco o niente, anche se poi mi trovo ad invidiare quelle che riescono sempre ad essere perfette e impeccabili.
Quindi quando ho saputo che era femmina, ed ero così felice, già me la immaginavo a Carnevale, mentre la vestivo da fatina, o da Biancaneve, magari mettendole un po' di lucidalabbra e un bel fiocco fra i capelli.
E invece oggi mi guarda dritta negli occhi e mi dice: "Mamma, io a Carnevale mi vesto da Spiderman come i maschi!".
Ecco, appunto.
martedì 15 gennaio 2013
the day after
Che poi la fine del mondo a casa nostra è arrivata e pure col botto.
Ovvero vacanze "blindate" con i tre figli (Chicca, Chicco e il terzo figlio tardo adolescente che sarebbe Lui) malati a turno, ma anche contemporaneamente, con febbre, tosse, vomito, annessi e connessi.
Nel mezzo viaggio obbligato nella natìa terra di Lui per matrimonio della sorella, ritorni alla Fantozzi suoceramuniti per impossibilità materiale di mia madre (nel frattempo emigrata fuori sede da mio fratello) a tenere i bimbi al rientro al lavoro, improvvisi picchi di febbre per Chicco che notoriamente, superati i 36,5, diventa il peggior rompipalle che la storia ricordi (cosa per cui chiedo scusa fin da ora alla mia futura nuora, ma non è colpa mia, è nato così)
Insomma, mi sento un po' provata.
Oggi Chicca è finalmente tornata a scuola, con l'ennesima nuova insegnante, perchè la Maestra starà fuori, si dice, fino a Pasqua, ma manda certificati, si dice ancora, di 15 giorni in 15 giorni e quindi non riescono a mettere una supplente definitiva per tutto il periodo. Per questo non hanno fatto nemmeno la recita di Natale, per dire.
Fatto sta che rientra a casa contenta, ma al massimo grado di stanchezza e nervosismo, che si è tradotto in un capriccio colossale durato più di tre quarti d'ora (per la cronaca voleva una prugna... a gennaio...), dove la sottoscritta, ancor più provata da una mattinata infernale di viaggi su e giù per la provincia romana, ha sbottato con sculacciata finale.
Lo so che non si fa, ma non dormo una notte filata dal lontano gennaio del 2008 e in particolare nell'ultimo mese e mezzo.
Mi parte la brocca facile, come si dice qua.
Poi è crollata dal sonno e mentre tornavo a lavoro in macchina mi chiedevo quanto ancora dureranno queste crisi con la grande, e a come la cosa importi poi relativamente poco, visto che Chicco viaggia a grandi passi verso i terrible two.
Quindi anche nell'ipotesi più rosea che finalmente Chicca diventi quella meravigliosa e responsabile primogenita che tanto agogno nulla cambierà nella routine familiare. Se non sarà lei, sarà il fratello a rotolare per terra, urlando come un ossesso.
Leggo quindi in giro per i blog mammeschi le 10 cose per cui sarei una brava mamma... vorrei tanto partecipare, davvero, ma stasera non me ne viene in mente nemmeno una.
Anzi, forse una sì.
Che amo tantissimo i miei figli e li metto, davvero, davanti a tutto... ma vorrei che riuscissero a dormire una notte intera, una sola... dopo cinque anni, me lo meriterei, ecco...
Ovvero vacanze "blindate" con i tre figli (Chicca, Chicco e il terzo figlio tardo adolescente che sarebbe Lui) malati a turno, ma anche contemporaneamente, con febbre, tosse, vomito, annessi e connessi.
Nel mezzo viaggio obbligato nella natìa terra di Lui per matrimonio della sorella, ritorni alla Fantozzi suoceramuniti per impossibilità materiale di mia madre (nel frattempo emigrata fuori sede da mio fratello) a tenere i bimbi al rientro al lavoro, improvvisi picchi di febbre per Chicco che notoriamente, superati i 36,5, diventa il peggior rompipalle che la storia ricordi (cosa per cui chiedo scusa fin da ora alla mia futura nuora, ma non è colpa mia, è nato così)
Insomma, mi sento un po' provata.
Oggi Chicca è finalmente tornata a scuola, con l'ennesima nuova insegnante, perchè la Maestra starà fuori, si dice, fino a Pasqua, ma manda certificati, si dice ancora, di 15 giorni in 15 giorni e quindi non riescono a mettere una supplente definitiva per tutto il periodo. Per questo non hanno fatto nemmeno la recita di Natale, per dire.
Fatto sta che rientra a casa contenta, ma al massimo grado di stanchezza e nervosismo, che si è tradotto in un capriccio colossale durato più di tre quarti d'ora (per la cronaca voleva una prugna... a gennaio...), dove la sottoscritta, ancor più provata da una mattinata infernale di viaggi su e giù per la provincia romana, ha sbottato con sculacciata finale.
Lo so che non si fa, ma non dormo una notte filata dal lontano gennaio del 2008 e in particolare nell'ultimo mese e mezzo.
Mi parte la brocca facile, come si dice qua.
Poi è crollata dal sonno e mentre tornavo a lavoro in macchina mi chiedevo quanto ancora dureranno queste crisi con la grande, e a come la cosa importi poi relativamente poco, visto che Chicco viaggia a grandi passi verso i terrible two.
Quindi anche nell'ipotesi più rosea che finalmente Chicca diventi quella meravigliosa e responsabile primogenita che tanto agogno nulla cambierà nella routine familiare. Se non sarà lei, sarà il fratello a rotolare per terra, urlando come un ossesso.
Leggo quindi in giro per i blog mammeschi le 10 cose per cui sarei una brava mamma... vorrei tanto partecipare, davvero, ma stasera non me ne viene in mente nemmeno una.
Anzi, forse una sì.
Che amo tantissimo i miei figli e li metto, davvero, davanti a tutto... ma vorrei che riuscissero a dormire una notte intera, una sola... dopo cinque anni, me lo meriterei, ecco...
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