martedì 30 ottobre 2012

La comprensione delle donne

Io e Lui siamo una grande storia d'amore.
Una storia contrastata, complicata, pazza e disperata, su cui all'inizio nessuno ci avrebbe scommesso un euro.
Eppure sono passati 11 anni, un matrimonio, due figli, e siamo ancora qua, molto innamorati e molto gelosi l'uno dell'altra.
Quando penso a Chicca e al suo futuro, più che al lavoro o alla carriera, io mi auguro sempre che almeno una volta nella vita provi quello che ho provato io per suo padre: il colpo di fulmine quando l'ho visto la prima volta, il cuore che batte e le farfalle nello stomaco, le corse pazze per trascorrere anche poche ore insieme, le fughe in due contro tutti senza avere nemmeno un posto dove dormire, ma solo la felicità di stare insieme.
Se io penso alla mia vita e mi guardo indietro, ci sono tante cose che non rifarei, ma seguire così tenacemente il mio cuore, anche quando tutti mi dicevano che era sbagliato, è fra le cose di cui sono più orgogliosa.
Soprattutto perchè vedo tutto quello che abbiamo costruito solo con la nostra forza e la nostra convizione, e capisco quanto invece avevamo e abbiamo ragione.

Questo per dire che non c'è nessuno nella mia vita che ho amato e amo quanto Lui, anche quando mi fa incazzare, anche quando mi butta lì quelle frasi che mi feriscono e a cui non so nemmeno controbattere per quanto mi lasciano stupita.
L'altra sera tornando da una di quelle poche serate da soli, ne ha lanciata una delle sue, tipiche dello Scorpione che è, che morde veloce e poi si rifugia nella sua tana, negando anche l'evidenza.
Ha detto che si sente solo, qualche volta, che io sto sempre dietro i bambini e che non abbiamo più tempo per noi, per rilassarci un po', e spezzare con il lavoro.
E io ci sono rimasta male.
Perchè io lavoro come una pazza durante la settimana, lavoro fuori e lavoro a casa e mi faccio in quattro per soddisfare le esigenze di tutti.
E spesso le esigenze di tutti non coincidono con le mie, e allora mi trascuro e lascio andare pensando che magari posso farlo domani (il parrucchiere, la palestra, lo shopping, a volte perfino la doccia!).
E non mi aspetto che qualcuno mi dica grazie, lo faccio volentieri, ma almeno pretendo che non mi si faccia sentire in colpa pure per questo!

E invece alle volte mi sembra di averne tre di figli, di cui uno è quello tardo/adolescente, che mette il broncio se non lo ascolto adorante quando parla, o se non lo ringrazio continuamente se ha steso i panni o svuotato la lavastoviglie.
E penso che ho un compito molto difficile: insegnare al maschio più piccolo la comprensione delle donne.


lunedì 29 ottobre 2012

... e invece poi...

E' andata benissimo!
Non ha piovuto, anzi il cielo si è allargato, e nonostante il vento un po' freddo, sono venuti quasi tutti e hanno giocato in terrazza come sfrenati fino alla sera!
E soprattutto per la prima volta in vita mia ho fatto la zucca di Halloween e sono soddisfattissima di come è venuta!

Lui: "sei sempre la solita esagerata, io l'avevo detto due settimane fa che avrebbe fatto bel tempo! "

Dopo 11 anni, ancora ancora gli invidio questa capacità di non appanicarsi su qualsiasi cosa.


giovedì 25 ottobre 2012

... poi uno dice la sfiga

Il compleanno di Chicca era il 15 ottobre.
Ogni anno organizzo la sua festa con anticipo, perchè ci tengo molto a farla, visto che io da piccola non ho mai potuto organizzarle per via di un sacco di cose.
Di solito dice bene, le ottombrate romane sono splendide e riesco a sfruttare bene il terrazzo di casa, consentendo quindi di invitare un bel numero di persone e far divertire i bambini con poco.
Ad inizio ottobre comincio a spargere la voce in attesa di preparare i bigliettini di invito.
Il compleanno è il 15, primo giorno utile il 20, sabato.
Ma è sulla porta della scuola, mentre aspettiamo di prendere i bimbi, che arriva la prima, ferale notizia:
Io: "il 20 faccio la festa a Francesca, poi vi porto gli inviti"
Lei, mamma di M., che conosco appena e non ho mai avuto rapporti ulteriori al ciao/arrivederci: "Anche M. fa il compleanno il 20, faccio la festa anch'io"
Silenzio
Poi Lei, a bocca stretta: "... se vuoi, la possiamo fare insieme".
Io: "...ehm, vabbè, non ti preoccupare, poi i bimbi ci rimangono male, la sposto io al 27".

Il 20 ottobre, un sole che spacca le pietre e 30 gradi manco fossimo in agosto io, Chicca e Chicco andiamo alla festa di M., chiusi in casa in pochi metri quadri, a sudare in mezzo a 20 bambini urlanti e scalmanati.


Il 27 ottobre, dopo giorni di sole e caldo che nemmeno in primavera, il meteo dà pioggia... ma mica una pioggerella così, fugace e autunnale, magari...
Arriva Cassandra... che già lì uno si deprime. Però poi penso, vabbè, Cassandra, che vuoi che sia, poi finisce come Cleopatra, che ha fatto due gocce solo la notte.
Ma oggi apro il meteo e  leggo la seconda, ferale notizia: da venerdì fino a domenica non arriva Cassandra, arriva il Ciclone Cassandra.
Ecco, non verrà nessuno, e io sto svuotando zucche e preparando cappelli da strega per niente.
Vojo morì!

martedì 16 ottobre 2012

Masochismi

Non so perchè, ma ogni tanto vado a vedere il profilo su FB della mia sorellastra più piccola.
Io non le conosco, e non le voglio nemmeno conoscere.
Hanno provato a chiedermi l'amicizia, magari sono anche simpatiche e so benissimo che non c'entrano niente con la mia storia.
Ma io non le voglio conoscere lo stesso.
Non voglio sapere quanto sia stata bella e piena quell'infanzia che io non ho avuto, quell'adolescenza che mi è stata negata, quella maturità che non mi è stata permessa.
E soprattutto, non penso di poter avere un rapporto sereno e tranquillo con persone dei cui genitori io penso tutte le cose peggiori possibili.
Eppure il masochismo che è in me mi spinge ad andare a vedere, a curiosare, a scoprire se almeno sono un po' brutte o grasse o un po' infelici.
Sono una persona orribile, lo so.

Oggi per caso sono andata a vedere, e c'era la foto di mio padre... non lo vedo da più di vent'anni, sebbene viviamo nelle stessa città, e rivederlo mi fa un effetto strano.
Perchè assomiglia a mio fratello più grande in modo impressionante, e non me ne ero mai accorta.
Perchè, come l'ultima volta che l'ho visto, mi fa l'effetto di vedere una persona che frequentavo tanto tempo fa e di cui avevo perso memoria.
Perchè quella foto è del settembre del 1993, e io a settembre del 1993 stavo di merda, e lui si faceva fotografare sorridente con la sua nuova figlia piccoletta.
E lo odio, ecco.

lunedì 15 ottobre 2012

4 anni

Era la notte fra il 2 e il 3 marzo 2008.
Ero incinta di poche settimane, e lo avevo scoperto da ancora meno.
Da giorni non mi veniva il ciclo e tutti a dirmi che era normale per chi si era appena sottoposta ad un operazione di asportazione di una cisti endometriosica.
Ma a me tanto normale non sembrava, perchè nonostante tutto avevo la coscienza sporca e nemmeno quel test di gravidanza fatto prima dell'operazione mi aveva davvero convinta.
Quando ho visto il test di gravidanza ero terrorizzata e felice allo stesso momento.
Ero felice perchè un bambino lo volevo tanto.
Ero terrorizzata perchè mi avevano operato, mentre già aspettavo da una settimana.
Ero terrorizzata  perchè io e Lui siamo una coppia a rischio e c'erano strutture da allertare subito, step da seguire, esami da fare, e, in caso positivo, decisioni pesanti da prendere.

Era la notte fra il 2 e il 3 marzo 2008 dicevo.
Dormivo male ormai dalla fine di gennaio, mi svegliavo alle due e non c'era verso di ripendere sonno.
Mi si addormentavano le mani e in qualsiasi posizione mi mettessi, non trovavo pace.
All'inizio non avevo capito cos'era, e ora che lo sapevo, alla normale insonnia si aggiungevano i pensieri. E i brutti sogni.
Qualche sera prima ne avevo fatto uno che mi aveva scosso, ed ero molto agitata. Anche perchè mancava ancora un mese all'esame decisivo, e un mese era lungo, soprattutto tentando di far finta di nulla, perchè nessuno, a parte io e Lui, sapeva nulla.
Avevamo deciso insieme così, perchè poi, nell'ipotesi peggiore, sarebbe stato più facile. O almeno così speravamo.

Ma quella notte fra il 2 e il 3 marzo 2008 invece ho dormito. Tanto, e da subito. Un sonno pesante e ristoratore, di cui avevo tanto bisogno. E mentre dormivo, ho sognato.
Ho sognato che ero con mia madre, in una grande chiesa che assomigliava alla chiesa del quartiere di mia madre, quella dove avevamo fatto il corso prematrimoniale e dove abbiamo conosciuto il sacerdote che poi ci ha sposato, e ha battezzato i Chicchi.
E ho sognato che stavo assistendo ad una messa di Padre Pio.
Premetto che all'epoca non solo non ne ero una particolare fedele, ma ne avevo addirittura paura. Lo vedevo sempre in quelle foto con lo sguardo torvo, senza mai un sorriso, e mi aveva sempre fatto molta impressione.
Nonostante sia fedele, su di lui mi ero sempre mantenuta sul chi va là.
Quindi nel sogno la mia unica preoccupazione era andarmene via il più presto possibile, anche perchè c'era tanta gente intorno, una calca pazzesca, che mi dava ulteriormente fastidio.
Ma mia madre mi teneva forte per il braccio e mi impediva di uscire.
Ad un certo punto dal corridoio laterale la calca di gente di apre e me lo ritrovo davanti, mentre mia madre mi spinge verso di lui urlando "vai a confessarti" come faceva di solito a quei tempi.
Lo guardo e vedo che era vestito come uno straccione, con una saio rovinato, lacero, pieno di buchi e soprattutto sporco, quasi nero.
Ma il viso e le mani, no, erano belle, luminose, e lui rideva e mi guardava con un espressione di serenità. Mi guarda negli occhi e mi dice, riferendosi alla frase di mia madre: "non c'è bisogno, tranquilla, andrà tutto bene".
Si gira e se ne va dentro una porticina.
E io rimango ferma, immobile, pensando: "Vedi, hai sempre avuto paura di Padre Pio, invece ha un viso bellissimo e sorridente".

Il 3 marzo 2008, alle 7 mi sveglio, e vado in cucina, a preparare il caffè. All'epoca siamo solo io e Lui, quindi la tv è ancora sintonizzata sul canale del telegiornale.
"Stanotte, a sorpresa, è stata riesumata la salma di Padre Pio: le mani e il volto sono perfettamente conservate".

Sette mesi dopo è nata Chicca.
Buon compleanno, mio piccolo miracolo!

giovedì 4 ottobre 2012

un anno fa

La prima volta che mi sono imbattuta in lei cercavo disperatamente notizie sulla chemio in rete... mia madre aveva fatto la sua prima infusione qualche giorno prima e io mi documentavo a manetta su internet alla ricerca di qualsiasi cosa fosse utile per aiutarla: descrizione minuziosa degli effetti collaterali, consigli, dritte, anche solo una parola di conforto.
Perché se è vero che la chemio l'ha fatta mia madre, io l'ho fatta insieme a lei, per ogni istante di quei lunghissimi nove mesi.
La notte della prima infusione non ho chiuso occhio, per dire, mi sentivo addosso ogni sintomo di mia madre. Anche se a lei non l'ho mai detto.
E per caso mi sono imbattuta in lei.
Una scrittura divertente, ironica, che sdrammatizzava tutto, anche le cose più brutte, quelle che sapevo essere così, perchè le vedevo in mia madre e capivo che, in un soggetto così giovane, dovevano essere davvero devastanti.
Ma da quelle pagine traspariva voglia di vivere, di farcela, di esserci, nonostante tutto.
L'ho seguita così, silenziosamente, per un anno intero.
Ho pregato per lei, sono stata in ansia per lei, ho perfino pianto con lei.
Ma ho anche riso molto, e pensato che a volte la vita è strana, ti fa capire tante cose dalla gente più disparata, anche quella che non conoscerai mai, e che non avresti mai conosciuto, se non ci fosse stata la rete.
Gli ultimi giorni che la leggevo, ho capito dentro di me che non ce l'avrebbe fatta, eppure non ci ho voluto credere fino alla fine.
E fino alla fine non le ho scritto mai, per pudore, per timidezza, o perchè forse dentro di me speravo che ci sarebbe sempre stato tempo per farlo, quando le cose fossero migliorate.
Ed è la cosa che mi dispiace di più.
Perchè pensiamo sempre che ci sia tempo, tanto tempo, per fare le cose, e invece dovremmo imparare a non perderlo, questo tempo, che fugge via veloce e non torna più indietro.
Perchè da quando non c'è più, la penso tanto, come penso a sua madre e a suo marito. E mi ritrovo a pregare per loro, senza saperlo, e a sperare che a tutto ci sia un significato, una motivazione, per trovare un po' di conforto.
Tutto questo per dire che è un anno che Anna staccato Lisa non c'è più, e dopo un anno, io la penso ancora, e credo che questa sia una cosa bella.
Ciao Anna staccato Lisa.