mercoledì 15 maggio 2013

non è facile...

Non è facile gestire le paure dei propri figli. Come non è facile gestire il rapporto con il corpo insegnante.
La mercoledite, per esempio, da queste parti continua e sembra che, nonostante i miei sforzi, non se ne riesca ad uscire.
Poco prima di Pasqua ero riuscita a beccare la Maestra di religione sulle scale, le ho esposto il problema e lei mi era apparsa sorpresa, ma collaborativa.
Certo, venire a sapere che una tua alunna piange e si dispera perchè ci sei tu a scuola non deve essere il massimo della vita, ma quantomeno aiuta ad aggiustare il tiro e a capire cosa sia successo e come rimediare.
Avevamo deciso insieme di dire a Chicca che per le prossime volte non le sarebbe stato imposto alcun "lavoretto" a meno che non fosse lei a chiederlo, e che se proprio non se la sentiva, poteva stare da una parte a giocare senza nessuna imposizione.
All'inizio ha funzionato, è andata un paio di mercoledì, sembrava tutto risolto.
Poi, complici le vacanze di Pasqua, l'influenza  e "qualcosachedeveesseresuccessoinqueimercoledìmachenonèdatosapere" abbiamo ricomiciato con lo strazio.
Oggi ho preso il toro per le corna, e ho parlato con la Maestra ufficiale di Chicca che dopo mesi di malattia è di nuovo tornata.
All'inizio come al solito è tutto un "non posso intromettermi, il piano didattico della Collega, è impossibile che ti abbia dettodi non farla lavorare" e lì mi è montata un po' di rabbia, e ho sbottato.

Mia figlia non dorme, si fa prendere dalle crisi isteriche e comincia già dalla domenica sera che il mercoledì non vuole andare a scuola.
Io non ci sono in classe, non posso vedere cosa succede e dove nasce quel disagio che si amplifica a casa. In classe ci siete voi.
Allora o organizzate delle riunioni periodiche con gli insegnati, ma tutti gli insegnanti, o così costringete la gente a non portare i figli a scuola. E io non voglio che mia figlia cresca con la convinzione che quando c'è un problema si scappa. Io voglio che cresca con la convinzione che quando c'è un problema si affronta, e si supera.

Dopo questo monologo, il tono è cambiato. E' stato tutto un" hai ragione, ci penso io, dobbiamo affrontarlo insieme".

Ora, io lo so che le mamme sono spesso una categoria scassapalle, che rompono per ogni cosa succede al loro bimbo e incolpano sempre la maestra di default... lo dico spesso anche io, che con le altre non mi relaziono benissimo e faccio fatica ad integrarmi.
Però se un bambino piange, e non vuole fare una cosa, non è sempre detto che sono capricci che noi mamme vogliamo assecondare.
Hanno 4 anni, sono piccoli, hanno paura di sbagliare, e soprattutto non capiscono l'ironia, il tono scherzoso, la ripresa bonaria, perchè per loro è tutto assoluto, o bianco o nero, o felicità estrema o tragedia disperata.
E tu non puoi appellarti sempre a un piano didattico, alle regole da rispettare, al lavoro da fare.

Hanno 4 anni e hanno bisogno di avere fiducia in loro stessi, no di avere tanti disegni e lavoretti nella cartellina di fine anno da mostrarmi alla recita. Di quelli a me, onestamente, non me ne frega niente.



2 commenti:

  1. E' davvero un argomento delicato. E' proprio di questa mattina la notizia di quella maestra d'asilo che maltratta i bambini.
    Certo non è questo il tuo caso, ci mancherebbe. Però noi mamme i nostri i figli li conosciamo bene e ci accorgiamo subito se c'è qualcosa che non va, se è solo un capriccio o qualcosa di più.
    Hai fatto benissimo a sbottare, speriamo che le cose cambino e che, magari, l'anno prossimo cambino maestra di religione...

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  2. Hai fatto benissimo, non si può sorvolare su un disagio. Il prox anno Cestìno andrà alla materna e sono un po' spaventata, perché per me quello non è stato un bel periodo e me lo ricordo ancora adesso.

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