giovedì 3 ottobre 2013

Io e il mio cervello

Primo Km: ... vedi quanto sei figa, non volevi nemmeno alzarti dal letto stamattina e invece guarda come corri agile e gazzellosa, sei troppo forte, sono fiero di te!;

Secondo Km: ... però. com'è buio a quest'ora, eh, meno male che qualcuno che fa il giro c'è, altrimenti sai che paura nella pineta... certo però che quando svolti nella salita si sente che ti sei appena svegliata;

Terzo Km: ... ma come, solo metà percorso! mi sembra una vita che corri... ma quanti giri mancano?!

Quarto Km: ... 'mazza che odore di cornetti che arriva dalla pasticceria, c'ho un buco allo stomaco che quando arrivi a casa mi mangio direttamente il frigorifero;

Quinto Km: ... ma chi te l'ha fatto fare, potevi dormire stamattina, c'ha ragione Lui quando dici che sei tutta scema a esserti scelta 'st'orario... ma perchè non facciamo solo mezz'ora stavolta e ce ne andiamo a casa a papparci la colazione soli soletti, prima che le belvette si svegliano?!

Sesto Km: ... però, guarda, sta sorgendo il sole! in fondo non hai tutti i torti a voler continuare, è entusiasmante vedere l'alba e sapere che hai quasi finito... forza!

Settimo Km: ... ma come, hai già finito? io avrei continuato un altro quarto d'ora!

lunedì 16 settembre 2013

La tartaruga

A 18 anni ho avuto una brutta acne cistica in viso. Una cosa che mi ha deturpata abbastanza e che ha reso tutto molto più difficile nella mia vita.
Andavo in giro col viso pieno di bolle rosse, con tutti che mi guardano fra il compassionevole e lo schifato, e nonostante i chili di fondotinta che ci buttavo sopra, non c'era verso di farle sparire.
Ho girato decine di medici, fatto mille cure, iniziate ogni volta con tanta speranza e finite nel secchio con la depressione più nera.
Perchè il viso è il tuo biglietto da visita e quando sei una che, come me, hai una autostima bassa e il carattere tendente alla depressione, riempirsi di bolle non è certo il massimo della vita.
Dai 18 anni ai 21 ricordo solo i pianti, il senso di inadeguatezza, le sigarette che avevo iniziato a fumare per sfuggire a quel senso di rabbia che provavo contro tutti.
A 21 anni poi conobbi quello che sarebbe stato il mio ragazzo per i successivi sei anni, iniziai a prendere la pillola, qualcosa forse scattò dentro di me e dentro il mio cervello e con i 10 chili che persi in quel periodo se ne andarono anche gran parte delle cisti.
O meglio, se ne andarono in letargo.
Sì, perchè le mie cisti a periodi si risvegliano dal sonno in cui le ho evidentemente condannate e random tornano a ricordarmi che no, loro ci sono ancora, e quando vogliono sanno dove colpire e farmi male.
Emblematico fu il mio esame di avvocato, dove dovetti presentarmi in occhiali da sole perchè la cistina sottopelle che avevo all'angolo fra naso e arcata sopracigliare, dormiente ormai da oltre dieci anni, improvvisamente aveva deciso di farsi vedere gonfiandosi a dismisura tanto da spostare quasi l'occhio e rendermi particolarmente repellente.

Di quel periodo, comunque, mi rimane il ricordo indelebile delle cicatrici.
Le ho sulle guance, principalmente. E quando mi guardo allo specchio, o in una foto, mi ricordano il viso di una tartaruga.
Io sono una tartaruga.
E per quanto tutti mi abbiamo sempre fatto complimenti, e detto cose carine, e nonostante l'amore di Lui e dei miei figli, e le gratificazioni che come donna ho sempre ricevuto, io continuo a sentirmi una tartaruga.
Perchè quelle cicatrici non le ho solo sul viso, le ho dentro l'anima e dentro la testa, e in quei posti lì, finchè non ci metti mano tu, è impossibile cambiare qualcosa.

A 21 anni comunque sull'acne misi un macigno. Dissi mai più dottori, mai più cure, mai più illusioni. Sarò per sempre una tartaruga e pazienza, me ne farà una ragione.
E così ho fatto, per quasi 20 anni.
Ignorarle, fare finta che non ci fossero, decidere di non coprirle nemmeno più con il trucco, è stato in tutti questi anni l'unico modo non dico per non soffrire, ma almeno per soffrire di meno.
Perchè nella vita ci sono cose peggiori, malattie vere e sofferenze reali, che meritano più attenzione e rispetto di qualche buco sulla pelle.

Poi Chicca qualche giorno fa mi accarezzava il viso e nell'innocenza dei suoi quasi 5 anni mi chiede perchè io ho i buchi sul viso, ed è come se qualcuno avesse scoperchiato una pentola che avevo seppellito ben bene per tutto quel tempo.
Così ho prenotato una seduta dall'estetista e ho cominciato a pensare per la prima volta dopo anni ad andare da un dermatologo. A fare qualcosa per toglierli, quei buchi.
E nel momento in cui l'ho pensato, ho di nuovo avuto paura.
Perchè cresciamo, iniziamo a lavorare, ci facciamo una famiglia, e ci illudiamo di essere ormai in grado di affrontare tutto.
E poi basta un nulla e ti accorgi di essere rimasta per oltre 20 anni ferma lì, immobile... di essere rimasta quella tartaruga che si è rintanata nel suo guscio a far finta che non sia successo nulla.


lunedì 2 settembre 2013

Running

Siamo tornati da qualche giorno, anche se oggi è il rientro in ufficio vero e proprio.
Sono state vacanze faticose, quest'anno, soprattutto perchè Chicca non dormendo più il pomeriggio mi ha costretto a dei tour de force marini che nemmeno quando avevo 16 anni, mentre chiaramente Lui pisolava il pomeriggio con Chicco al fresco di casa...
Ma a parte questo stare con i bimbi h 24 è sempre bellissimo, per me che durante l'anno riesco a godermeli poco, e così torno sempre a lavoro con lo struggimento di una innamorata improvvisamente privata del suo amante.

Ma quest'estate è stata anche teatro del mio rientro trionfale nello sport, dopo praticamente 5 anni di completa inattività... insomma, ho ripreso a correre.
Io sempre stata una grande sportiva, la palestra era la mia seconda casa e io e Lui ci siamo conosciuti grazie alla grande passione comune per le due ruote (sia out che indoor). Poi con la prima gravidanza ho prima allentato, poi sbragato del tutto, nel senso che il tempo per lo sport era drasticamente ridotto all'osso e io troppo stanca per fare qualsiasi cosa nel poco tempo libero che non fosse buttarmi sul divano e vedere la tv.

Ma ora i Chicchi sono più grandi, più autonomi, e io da un po' di tempo mi guardavo allo specchio senza più riconoscermi... una brutta sensazione, che a 40 anni mi è sembrato troppo presto da provare.
Così ho approfittato delle vacanze per riprendere lentamente il ritmo e soprattutto per abituarmi al nuovo orario che mi sono data, ovvero le 6,00 del mattino.
Perchè alle 6.00 del mattino i bimbi e il marito dormono e per il lavoro è troppo presto: nessuno mi reclama, nessuno ha bisogno di me a quell'ora, nessuno mi può accusare di sottrarre tempo o attenzioni.
Dalle 6.00 alle 7.00 del mattino ci sono solo io.
Ed è una sensazione stupenda.

Uscire all'alba, vedere spuntare il sole, mettere la musica a palla nelle cuffiette e cominciare a correre, pensando solo al tuo fiato, ai tuoi muscoli, al tuo cuore... tutto il resto può attendere, almeno per un'ora.


giovedì 1 agosto 2013

out of office

Il ricorso è stato iscritto a ruolo, e io mi sento un po' svuotata, come mi succede sempre quando mi impegno molto in una cosa.
Inoltre questa volta dentro questo lavoro c'è finito anche molto di me e delle mie emozioni, e questo mi ha smarrito e affaticato molto.
Ma ora non posso fare più nulla, se non attendere l'autunno, quando tutte quelle parole scritte dovranno convincere un Giudice.
Domani ho ancora un ultimo piccolo sforzo con una riunione fuori Roma, e nel pomeriggio chiudo lo Studio, almeno per un po'.
Ho bisogno di staccare, di andare lontano, con la mia famiglia.
Di godermi i miei figli, e mio marito e di porre molta distanza da tutto quello che è accaduto in queste ultime tre settimane.
Perchè a volte, quando lavori tanto, e ti appassioni tanto, rischi di perdere di vista tante altre cose e ho bisogno di recuperare, con tutti.
Perchè a Roma fa molto caldo, e non riesco a dormire da parecchi giorni, fra i pensieri che dalle tre di notte mi si affastellano nella testa.
E ho bisogno di svuotarla, questa testa, e di non pensare più a nulla, almeno per un po' di giorni, se non a giocare sulla sabbia con i miei amori.
Buone vacanze!

venerdì 19 luglio 2013

Ingiustizie

Questo ultimo mese sono stata molto occupata su un caso difficile, delicato, che ha a che fare con una persona che lavora (anche) con i bambini.
Una brava persona, davvero, a cui la cattiveria di alcuni sta rovinando la vita e la carriera.
Un caso che mi sta prosciugando e al quale non smetto mai di pensare. Nemmeno la notte.

Ma è anche uno di quei casi in cui capisco il vero ruolo sociale del mio lavoro, ovvero aiutare gli altri contro le ingiustizie.
Perchè noi siamo trattati male, pensati come esseri litigiosi attaccati solo al vile denaro, che si sollazzano nei cavilli e godono nel dilatare i tempi.
E invece siamo nella maggior parte delle persone di buon senso, che cercano di far ragionare le persone perchè è sempre meglio una "brutta ma veloce conciliazione che una buona ma ultradecennale sentenza" e che nel nostro piccolo cerchiamo di aggiustare le storture e le ingiustizie di questo mondo.

E in questi giorni, questo lavoro, che a volte non sopporto più nemmeno io, mi piace.
Perchè questa persona ha ragione da vendere, e deve vincere.
Perchè un bambino, o i vostri, o anche i miei, potrebbero un giorno avere bisogno di lui, e io vorrei che ci fosse lui al loro fianco.

martedì 18 giugno 2013

Controcorrente

... in questi giorni avrei dovuto prendere una decisione importante, ovvero spedire mia madre con i bimbi a casa di mia suocera alla casa al mare, in Puglia, circa 350 Km da qua per tutto il mese di luglio.
La casa è in centro, proprio sul lungo mare (occorre solo attraversare la strada), niente macchina, niente problemi di spostamento, solo una rognosa rampa di scale da fare ogni volta perchè la casa è in un palazzo antico di quello con i scaloni all'entrata. Il mare è bello, pulito, con una secca che permette ai bimbi di sguazzare in sicurezza per svariati metri.
Insomma, la soluzione ideale: i Chicchi al mare, lontano dai 40 gradi che si respirano già in questi giorni a Roma, nonna paterna finalmente contenta di avere i nipoti h24, nonna materna che oltre che sbattersi come sempre avrebbe comunque la possibilità di riposarsi un po' godendo dell'aria di mare.

Eppure alla fine, dopo pensamenti e ripensamenti ho deciso di no, partiranno con noi direttamente ad agosto.
Un po' perchè Chicca non vuole andare, un po' perchè mia madre ha paura delle botte di nostalgia che non saprebbe gestire, un po' per i viaggi andata e ritorno che io e Lui ci dovremmo sparare ogni week end (la Puglia non è propriamente dietro l'angolo), un po' perchè io già non li vedo per quasi tutta la giornata, almeno la sera me li godo e me li spupazzo come si deve ed è il momento più bello per me... passare quattro giorni senza di loro mi sembra impossibile.

In questo mare di mamme che non vedono l'ora di sbolognare i figli da qualche parte (nella mia professione purtroppo sono tutte così), io invece me li voglio tenere stretti...

La cosa tuttavia che più mi ha fatto riflettere è stato un episodio accaduto quando io avevo l'età di Chicca. Mio padre mi portò qualche giorno a Torino dagli zii con i miei fratelli, e io ricordo quel soggiorno come un'incubo che cessò solo quando vidi mia madre comparire dalla porta: quel viaggio di ritorno abbracciata alla mia mamma me lo ricordo come uno dei momenti di maggiore felicità della mia vita.
Ora, so che la mia famiglia d'allora non ha niente a che vedere con quella che mi sono costruita oggi: i miei figli hanno un padre meraviglioso, nonne e zii stupendi e sono circondati da un amore infinito che io mi sognavo alla loro età.
Tuttavia farli soffrire la nostra lontanza, perchè inevitabilmente ne soffrirebbero, anche solo nel vederci andar via fino al prossimo week end, è una cosa che non mi sento di affrontare.


Vedi com'è la vita? Anni di femminismo, di discorsi sull'emancipazione, l'indipendenza, e sono finita per diventare la peggior versione della madre italica egoista...

martedì 4 giugno 2013

l'amore questo folle sentimento...

Camera dei Chicchi, luce spenta poco prima della buonanotte.
Chicca: mamma, posso dirti una cosa?
Io: dimmi amore mio.
Chicca: sai che R. mi da i baci?
Io: in che senso amore?!
Chicca: mi da i baci di nascosto sulla guancia e poi ci abbracciamo e stiamo vicini vicini, però di nascosto dalla maestra.
Io: amore, lo so che R. è il tuo amichetto preferito, però non potete giocare soltanto senza darvi baci o abbracciarvi, ché poi vi mischiate raffreddore, pidocchi e chissà quale altro virus malefico vi portate appresso voi bimbi?
Chicca: ma mamma, io voglio i baci di R., mi piacciono e poi io e R. ci vogliamo bene e vogliamo stare sempre insieme!
Io: ecco, magari questo non lo diciamo a tuo padre...