Quando mio padre se ne andò via di casa, lasciando la fede dentro il portasaponette, io avevo 4 anni scarsi.
Di lui dentro casa non mi ricordo nulla, da allora lo vedevo solo il sabato, quando mi veniva a prendere a scuola e mi portava al giornalaio a comprare le figurine, e la domenica a pranzo.
Lui diceva che viveva sotto un ponte e dormiva sotto le stelle e nonostante lo implorassi piangendo di tornare a casa ogni volta che lo vedevo, lui rideva e mi diceva che stava meglio così, perchè la libertà non ha prezzo.
Delle litigate, che pure ci sono state, della volta che minacciò mia madre di buttarla dal balcone o la accusò di fare figli come una coniglia, io non ho visto nulla, e di questo devo ringraziare mia madre che pur di tenerci con lei e non farci finire nella girandola dei tribunali, ha fatto finta che tutto andava bene fino ai miei 16 anni.
Poi scoprimmo per caso che il ponte (che nel frattempo era diventato il suo ufficio, anche se non ci credeva più nessuno) era una casa con un'altra donna e due altre figlie, di cui una praticamente mia coetanea, e dopo una litigata furiosa nella sua macchina fuori scuola, non l'ho mai più visto. Anzi, lo vidi solo circa cinque anni dopo, alla prima udienza di divorzio, quando con una faccia di idiota ebbe anche il coraggio di venirmi a chiedere se ero felice e io volevo solo spaccargli la faccia.
Eppure, anche se mio padre è uno stronzo di proporzioni cosmiche, anche se lo odio e lo odiavo anche allora perchè non ha mai scelto noi, o meglio non ha mai scelto me, se torno indietro e mi guardo bambina sento ancora le mie preghiere per farlo tornare a casa, per far sorridere di nuovo mia madre, per poter avere una famiglia anche io. E anche oggi, che ho 40 anni e una famiglia mia, non riesco a non pensare a quanto sarei più risolta, e più serena, se le cose fossero andate in un'altro modo.
Questo perchè secondo me, secondo la mia esperienza, anche se razionalmente sai che separarsi è giusto, che se non ti ami più è meglio lasciarsi, in un piccolo angolo dentro di te l'unica cosa che vuoi veramente è che i tuoi genitori stiano insieme tutta la vita.
Anche se sono avvocato, non faccio mai le separazioni, soprattutto se ci sono figli minori... è la mia piccola obiezione di coscienza, perchè non ce la faccio, è più forte di me, mi parte sempre l'embolo quando i genitori attaccano a litigarsi i figli come fossero trofei e mi domando sempre come possano due persone amarsi così tanto da decidere di sposarsi e fare un figlio e arrivare poi ad odiarsi così tanto da non riuscire più nemmeno a stare nella stessa stanza senza rinfacciarsi qualsiasi cosa.
E proprio perchè sono figlia di separati credo tantissimo nel matrimonio e nel matrimonio metto moltissimo di me stessa, ogni giorno, perchè non possa mai capitare ai miei figli quello che ho passato io... perchè penso che il matrimonio sia un percorso da costruire insieme, passo dopo passo, mettendoci entrambi impegno, passione, sapendo soffrire, incassare, mediare... perchè se si è scelti consapevolmente quando si è detto sì, io credo davvero che ogni ostacolo possa essere superato.... e mi dispiace tanto quando una coppia getta la spugna e smette di combattere, ma non per la coppia in sè, che alla fine uno fa quello che vuole, ma solo per i figli, perchè in quei figli lì io rivedo sempre me stessa... e non mi sento per questo una cattolica bacchettona e insensibile.
Tutto questo panegirico perchè in alcuni blog che seguo ho trovato delle discussioni piuttosto animate sull'argomento che come spesso accade trascendono le intenzioni e sconfinano in giudizi che sono più pregiudizi che opinioni personali.
Ora, ci tengo a precisare che per chi ha seguito la polemica (non linko i blog perchè non mi va di entrare nella bailamme, infatti non ho nemmeno commentato, ma sono blog molto seguiti), non parteggio nè per l'una nè per l'altra posizione, io penso che entrambi abbiano una parte di torto.
Tuttavia non piace leggere queste crociate contro chi invece nel matrimonio crede e si impegna ogni giorno per farlo andare bene e per matrimonio intendo le convivenze, i secondi matrimoni, e tutto
ciò che è di per sè stesso famiglia (se fosse un secondo matrimonio a
fallire mi farebbe lo stesso dispiacere, per dire).
Io ritengo la legge sul divorzio una legge giusta e forse un giorno, chi lo sa, anche io potrei trovarmi a dovermene avvalere... ma non per questo il matrimonio deve giocoforza essere buttato in angolo come qualcosa che se non va più è giusto gettarlo nel cestino, e soprattutto non per questo chi decide consapevolmente di tutelarlo debba sentirsi in colpa o, come ho letto, essere equiparato ad addirittura al fascismo...
lunedì 3 marzo 2014
martedì 11 febbraio 2014
40
Domenica sono arrivati gli anta..
Impressioni a caldo: non me li sento per niente! Soprattutto gli ultimi 10 anni sono volati così in fretta che mi sembra ieri che brindavo ai 30.
Quindi pensarmi 40enne, no, non mi sembra davvero che sia io, che canto e ballo in macchina con la musica a palla e che sono completamente lontana da quella pensavo a 20 anni dovesse essere una quarantenne.
Però una cosa la so: non baratterei mai questi 40 con i miei 20.
Perchè a 20 ero una tardo adolescente affetta da acne, depressa e piena di problemi, con tutta quella vita ancora da affrontare e che mi metteva solo una immensa angoscia.
Oggi non so se sono "risolta". Forse no, perchè tanti di quei problemi sono ancora lì, racchiusi in un angolo di me e probabilmente me li porterò nella tomba.
Perchè sono convinta che molto di noi è quello che rimane cristallizzato nei primi due decenni della nostra vita e che per quanto tu cresca, e faccia esperienze, e ti costruisca intorno uno scudo, resterai sempre quella ragazzina delusa e arrabbiata perchè tuo padre non ha scelto te.
Però vivo con l'uomo che amo, e che mi ama, e ho due figli meravigliosi che mi sono stati donati, e ho ancora mia madre vicino.
E a 40 anni ho capito che solo questo conta davvero nella vita.
Impressioni a caldo: non me li sento per niente! Soprattutto gli ultimi 10 anni sono volati così in fretta che mi sembra ieri che brindavo ai 30.
Quindi pensarmi 40enne, no, non mi sembra davvero che sia io, che canto e ballo in macchina con la musica a palla e che sono completamente lontana da quella pensavo a 20 anni dovesse essere una quarantenne.
Però una cosa la so: non baratterei mai questi 40 con i miei 20.
Perchè a 20 ero una tardo adolescente affetta da acne, depressa e piena di problemi, con tutta quella vita ancora da affrontare e che mi metteva solo una immensa angoscia.
Oggi non so se sono "risolta". Forse no, perchè tanti di quei problemi sono ancora lì, racchiusi in un angolo di me e probabilmente me li porterò nella tomba.
Perchè sono convinta che molto di noi è quello che rimane cristallizzato nei primi due decenni della nostra vita e che per quanto tu cresca, e faccia esperienze, e ti costruisca intorno uno scudo, resterai sempre quella ragazzina delusa e arrabbiata perchè tuo padre non ha scelto te.
Però vivo con l'uomo che amo, e che mi ama, e ho due figli meravigliosi che mi sono stati donati, e ho ancora mia madre vicino.
E a 40 anni ho capito che solo questo conta davvero nella vita.
lunedì 9 dicembre 2013
Domande
Dopo un week end in cui sono stati particolarmente molesti, e noi particolarmente distrutti e nervosi, vedendo su Fb tutte le bellissime foto di alberi e presepi degni di una mostra, una domanda mi sorge spontanea: ma solo i miei giocano col presepe e distruggono tutti i personaggi facendo la guerra intergalattica con gesù e la madonna contro batman e lex luthor?
A nemmeno un'ora dall'allestimento, ai magi mancava la testa, le pecorelle erano a giocare con i my little pony, e gesù era stato dato per disperso.
Forse ho sbagliato qualcosa...
lunedì 25 novembre 2013
Piccole soddisfazioni
Poi quel Giudice l'ho convinto, e oggi ho vinto la causa.
E' una bella soddisfazione, anche se devo dire la verità, quello che è successo nei giorni scorsi un po' mi ha spento il sorriso.
Sono contenta però per il mio Cliente, che davvero non si meritava tutta la cattiveria che gli si era rovesciata addosso in questi ultimi mesi: l'aver perso il lavoro, la propria dignità professionale, sentirsi oltraggiato e ingiuriato da persone che nemmeno lo conoscono, solo perchè qualcuno aveva deciso a tavolino di farlo fuori e di farlo in televisione, con una bel servizio preparato ad arte.
Sì, perchè ormai siamo diventati un Paese dove basta una telecamera e un programma di basso profilo per rovinare la vita e la carriera alle persone che invece lavorano davvero e fanno il bene degli altri.
E se è Berlusconi, o il politico di turno a finirci dentro, in questa macchina del fango, facciamo spallucce e magari sotto sotto siamo anche contenti, e invece non ci rendiamo conto che domani potrebbe capitare ad ognuno di noi e non è giusto.
Le azioni, i fatti, di qualsiasi natura siano, vanno prima contestati, provati, argomentati e poi dopo, solo dopo, quando si è accertata la verità, processuale o meno che sia, ci si fanno sopra le trasmissioni.
I processi si fanno nelle aule di Tribunale, non fra uno stacchetto della soubrette e una battuta del comico e soprattutto, non attraverso un tagli e cuci dove l'obiettivo finale è solo sputtanare e non informare.
Mentre lavoravo sull'atto, guardavo il mio Cliente e non capivo per quale motivo volesse tornare a lavorare lì, dopo essere stato trattato in quel modo... oggi leggo la sentenza e mi auguro che non solo ci voglia tornare, ma che ci rimanga tanto a lungo da far ingoiare un po' di rospi a chi ha anteposto i propri interessi di facciata alla salute delle persone. A chi ha preferito credere ad una balla, seppur ben confezionata, alla più banale, e proprio per questo più reale, verità.
Perchè tanti di bambini hanno bisogno di lui, e sarebbe una sconfitta, quella sì, impedire a tutti loro di essere curati da chi si fidano in una struttura pubblica.
E' una bella soddisfazione, anche se devo dire la verità, quello che è successo nei giorni scorsi un po' mi ha spento il sorriso.
Sono contenta però per il mio Cliente, che davvero non si meritava tutta la cattiveria che gli si era rovesciata addosso in questi ultimi mesi: l'aver perso il lavoro, la propria dignità professionale, sentirsi oltraggiato e ingiuriato da persone che nemmeno lo conoscono, solo perchè qualcuno aveva deciso a tavolino di farlo fuori e di farlo in televisione, con una bel servizio preparato ad arte.
Sì, perchè ormai siamo diventati un Paese dove basta una telecamera e un programma di basso profilo per rovinare la vita e la carriera alle persone che invece lavorano davvero e fanno il bene degli altri.
E se è Berlusconi, o il politico di turno a finirci dentro, in questa macchina del fango, facciamo spallucce e magari sotto sotto siamo anche contenti, e invece non ci rendiamo conto che domani potrebbe capitare ad ognuno di noi e non è giusto.
Le azioni, i fatti, di qualsiasi natura siano, vanno prima contestati, provati, argomentati e poi dopo, solo dopo, quando si è accertata la verità, processuale o meno che sia, ci si fanno sopra le trasmissioni.
I processi si fanno nelle aule di Tribunale, non fra uno stacchetto della soubrette e una battuta del comico e soprattutto, non attraverso un tagli e cuci dove l'obiettivo finale è solo sputtanare e non informare.
Mentre lavoravo sull'atto, guardavo il mio Cliente e non capivo per quale motivo volesse tornare a lavorare lì, dopo essere stato trattato in quel modo... oggi leggo la sentenza e mi auguro che non solo ci voglia tornare, ma che ci rimanga tanto a lungo da far ingoiare un po' di rospi a chi ha anteposto i propri interessi di facciata alla salute delle persone. A chi ha preferito credere ad una balla, seppur ben confezionata, alla più banale, e proprio per questo più reale, verità.
Perchè tanti di bambini hanno bisogno di lui, e sarebbe una sconfitta, quella sì, impedire a tutti loro di essere curati da chi si fidano in una struttura pubblica.
mercoledì 20 novembre 2013
...
Oggi alle 8.50 accompagnavo trafelata Chicca a scuola, in una giornata con il sole.
E oggi alle 8.50 un'altra mamma come me, con due bimbe piccole, se n'è andata per sempre.
Ho seguito anche lei in silenzio in questi anni, come ho seguito Anna Lisa, perchè sul web ci si affeziona alle persone, anche se non si conoscono, quando si incontra il cancro e ci si impara a convivere, come ho fatto io con mia madre.
E come Anna Lisa se ne andata silenziosa anche lei.
E io non riesco a smettere di piangere.
Perchè la vita non è giusta e perchè questa malattia è una carogna.
Perchè la morte di un genitore è qualcosa che un figlio non dovrebbe vivere, e se penso a queste bambine, che potrebbero essere i miei figli, mi si spezza il cuore.
Perchè vorrei uscire, entrare in una Chiesa e pregare, per trovare un senso a tutto questo, perchè deve esserci un senso, e perchè mi sembra l'unica cosa adesso che mi farebbe sentire meno il peso di questo macigno dentro.
... e invece sono inchiodata qua, a far finta di lavorare.
Ciao Wide.
E oggi alle 8.50 un'altra mamma come me, con due bimbe piccole, se n'è andata per sempre.
Ho seguito anche lei in silenzio in questi anni, come ho seguito Anna Lisa, perchè sul web ci si affeziona alle persone, anche se non si conoscono, quando si incontra il cancro e ci si impara a convivere, come ho fatto io con mia madre.
E come Anna Lisa se ne andata silenziosa anche lei.
E io non riesco a smettere di piangere.
Perchè la vita non è giusta e perchè questa malattia è una carogna.
Perchè la morte di un genitore è qualcosa che un figlio non dovrebbe vivere, e se penso a queste bambine, che potrebbero essere i miei figli, mi si spezza il cuore.
Perchè vorrei uscire, entrare in una Chiesa e pregare, per trovare un senso a tutto questo, perchè deve esserci un senso, e perchè mi sembra l'unica cosa adesso che mi farebbe sentire meno il peso di questo macigno dentro.
... e invece sono inchiodata qua, a far finta di lavorare.
Ciao Wide.
mercoledì 13 novembre 2013
La scuola
Premessa: è un post polemico e non molto popolare. Però è quello che penso in questo periodo e che non posso dire in giro, sennò mi guardano male.
Il mio approccio con la scuola pubblica in questi tre anni è stato: qui i soldi non ci sono, paga tu per far fare le cose ai pupi.
Ok, accettata la premessa, visto che pago io, ho pensato che avessi almeno il diritto di esprimere una opinione su cosa fare o meno.
E invece no.
Funziona così: tu paghi, facendo finta di scegliere, ma poi alla fine firmi quello che dico io e stai pure zitta.
Scuola di Chicca, materna comunale, nessuna retta (apparentemente, perchè la paghiamo comunque, seppur indirettamente): da tre anni paghiamo a parte un laboratorio teatrale, circa 160 euro l'anno. Filo conduttore inestistente, feedback con gli insegnanti zero, saggio finale orripilante (è stata più bella la recita di natale, per dire), estusiamo della figlia non pervenuto (l'anno scorso piangeva e non voleva nemmeno andarci, quest'anno è del tutto indifferente alla cosa).
Alla prima riunione di classe io e un'altra mamma abbiamo tentato di proporre qualcos'altro, quanto meno di sentire in giro qualche altra associazione, per me andava bene tutto, pure fare un po' di sport che secondo me era anche più divertente per i bambini. Non l'avessimo mai fatto. Risposta della maestra (con cui i rapporti ormai sono al minimo storico): firmano tutti quindi devi firmare pure tu. Amen.
Scuola di Chicco: nido convenzionato, pagamento di retta mensile: laboratorio di musica a parte, costo 75 euro l'anno, fatta riunione in cui s'è fatto finta di chiedere se eravamo d'accordo, di fatto tutto già deciso,"o si paga o tuo figlio rimane fuori dalla classe a far cosa non si sa". Amen 2.
Ora, io capisco tutto, che tocca fa' lavorare tutti, che la scuola i soldi non ci sono e li devi sborsare tu, che sono cose utili, artistiche, appassionanti (anche se poi ho un po' di riserve su questo)...però quest'atteggiamento dittatoriale non mi piace, alla fine sono 200 e passa euro all'anno che pesano a tutti in questo periodo, quantomeno mi piacerebbe che fossero impiegati per il piacere dei miei figli, non di quello delle insegnanti (di non averli fra le balle per un ora a settimana).
Fine dello sfogo.
Il mio approccio con la scuola pubblica in questi tre anni è stato: qui i soldi non ci sono, paga tu per far fare le cose ai pupi.
Ok, accettata la premessa, visto che pago io, ho pensato che avessi almeno il diritto di esprimere una opinione su cosa fare o meno.
E invece no.
Funziona così: tu paghi, facendo finta di scegliere, ma poi alla fine firmi quello che dico io e stai pure zitta.
Scuola di Chicca, materna comunale, nessuna retta (apparentemente, perchè la paghiamo comunque, seppur indirettamente): da tre anni paghiamo a parte un laboratorio teatrale, circa 160 euro l'anno. Filo conduttore inestistente, feedback con gli insegnanti zero, saggio finale orripilante (è stata più bella la recita di natale, per dire), estusiamo della figlia non pervenuto (l'anno scorso piangeva e non voleva nemmeno andarci, quest'anno è del tutto indifferente alla cosa).
Alla prima riunione di classe io e un'altra mamma abbiamo tentato di proporre qualcos'altro, quanto meno di sentire in giro qualche altra associazione, per me andava bene tutto, pure fare un po' di sport che secondo me era anche più divertente per i bambini. Non l'avessimo mai fatto. Risposta della maestra (con cui i rapporti ormai sono al minimo storico): firmano tutti quindi devi firmare pure tu. Amen.
Scuola di Chicco: nido convenzionato, pagamento di retta mensile: laboratorio di musica a parte, costo 75 euro l'anno, fatta riunione in cui s'è fatto finta di chiedere se eravamo d'accordo, di fatto tutto già deciso,"o si paga o tuo figlio rimane fuori dalla classe a far cosa non si sa". Amen 2.
Ora, io capisco tutto, che tocca fa' lavorare tutti, che la scuola i soldi non ci sono e li devi sborsare tu, che sono cose utili, artistiche, appassionanti (anche se poi ho un po' di riserve su questo)...però quest'atteggiamento dittatoriale non mi piace, alla fine sono 200 e passa euro all'anno che pesano a tutti in questo periodo, quantomeno mi piacerebbe che fossero impiegati per il piacere dei miei figli, non di quello delle insegnanti (di non averli fra le balle per un ora a settimana).
Fine dello sfogo.
lunedì 7 ottobre 2013
Pensieri
Vedere un pomeriggio di pioggia "Ribelle" con tua figlia, e improvvisamente ricordarsi della tua adolescenza e del rapporto conflittuale con tua madre, e quindi immaginarsi la sua, di adolescenza, chè già a 5 anni rivendica di fare le cose solo a modo suo, figuriamoci a 14, e sentirsi già il magone in gola, mentre lei, candida, ti dice: "mamma, ma tu mica ti trasformi in un orso, vero?!"
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