mercoledì 31 maggio 2017

ultimi giorni

ormai ci siamo, siamo agli sgoccioli... qualche giorno, o settimana forse, e sarai insieme a noi, dopo 9 mesi davvero tosti.
Tosti perchè in mezzo ci sono stati la scelta della casa nuova, i lavori, la ricerca di affittuari per la casa vecchia, mille cose da progettare ed incastrare e benchè manchi ancora qualcosina da aggiustare, alla fine tutte le tessere sembrano essersi posizionate ognuno al suo posto..
... insomma, manchi solo tu... il mio terzo Chicco...
In questi mesi in cui accettarti è stata una mia quotidiana guerra segreta, mi sono capitate tante piccole storie che ogni volta mi hanno riportato alla realtà e mi hanno aiutato a non perdere la testa...
Perchè perdere la testa, sai, è facile, in questo mondo dove al terzo figlio ti guardano tutti come una poveraccia e per poco non ti fanno pure le condoglianze.
Eppure come al solito qualcuno ha disseminato le mie giornate di messaggi, come un pollicino che con le sue molliche lasciate per terra mi ha aiutato a ritrovare la strada di casa, e portarmi fino a te..
Dalla dottoressa dei prelievi, alla cassiera del bar, tutte mamme mancate di terzi, di angeli volati via o anche solo sognati, che ogni volta mi hanno ricordato di quanto comunque io sia una persona fortunata.
Fortunata perchè sto avere un nuovo miracolo e nuove possibilità, perchè all'egoismo di questo mondo dove i figli devono essere solo due al massimo, possibilmente maschio e femmina,  posso contrapporre un modello diverso, dove i figli non sono un peso da portare, ma una gioia da vivere, una risorsa e un arricchimento.
Viviamo in era in cui i bambini si buttano dalla finestra se non si uccidono prima nella pancia perchè non desiderati, o malati o semplicemente perchè è più facile così.
I bambini dei cui diritti ci riempiamo la bocca, ma dei cui desideri, il cui il più primordiale e spontaneo di tutti è vivere e venire al mondo, ci disinteressiamo completamente. 
Un giorno mi chiederai se ti volevo, come io terza ho chiesto un giorno a mia madre...
Ecco, quel giorno, mio piccolo nuovo Chicco ti racconterò che sì, ti volevo tantissimo e mi dispiace non essere stata più forte o più coraggiosa e di non averti portato dentro di me con l'orgoglio di cui avevi diritto. Di questo ti chiedo scusa più di tutto.
Ma ti prometto che in quanto terzi avremo tante cose in comune e tante cose da raccontarci e che mi impegnerò fin da subito per farti sentire parte di questa nostra pazza famiglia..
Ora muoviti però, chè qui fa comincia a fare un caldo insopportabile e io non vedo l'ora di ricominciare a correre insieme a te!

mercoledì 26 aprile 2017

Come stai?

E tu, come stai?
Me lo chiedono in tanti in questo periodo, e benchè non stia affatto bene dentro, non ho coraggio di dare voce a tutti i miei dubbi e i miei disagi, e preferiscono un anomimo "solito" a cui nessuno ha il coraggio di dare seguito.
Questa gravidanza mi sta mettendo alla prova, mette alla prova me stessa e il mio modo di essere stata me stessa con gli altri in tutti questi anni, e non tutto quello che esce fuori mi piace.... e me ne vergogno.
Me ne vergogno così tanto che non ne parlo, perchè è brutto scoprirsi improvvisamente così egoisti, così superficiali, così diversi da quella brava amica e confidente che tutti credevano fossi fino a qualche tempo fa.
E' vero che quando tutto va bene e secondo i piani è facile essere amabili e simpatici, e comprensivi con tutti, ma è altrettanto vero che quando la tua vita si rivoluziona, e bene o male sai che non sarà più la stessa, si fa fatica a recitare quel ruolo e si vorrebbe solo chiudersi in sè stessi.
Può una gravidanza essere stata così devastante nella mia vita?
In fondo mi sta regalando anche tante cose belle, come la casa nuova e più grande, vicina a mia madre e di nuovo nel mio quartiere, con tante comodità che mi prima mi sembravano miraggi, come accompaganre i bimbi a scuola a piedi, o poter andare a far la spesa senza prendere la macchina.
Mi sta regalando un altro bimbo, un altra occasione di vedere un piccolo uomo nascere, crescere, imparare a parlare e a camminare, e di avere una famiglia più numerosa, che in fondo mi sono sempre piaciute.
Eppure mi ritrovo a piangere in bagno per le varici che mi compaiono ormai ovunque, per la difficoltà che ho di dormire, o perchè devo scappare a fare pipi ogni 10 minuti. O perchè ormai ho la mobilità di un pachiderma.
Dalla scorsa settimana mi sono dovuta arrendere anche nella corsa, troppe contrazioni, ormai posso solo camminare e nemmeno tanto velocemente.
Manca un mese e qualche giorno, e mi sembra un'eternità.
E in tutto questo mi circondano amiche ultraquarantenni che cercano disperatamente un figlio, il primo figlio, e non ci riescono, che mi raccontano di medici negativi, che snocciolano percentuali minime di riuscita anche con metodi alternativi, che mi liquidano con un caso estremo quando vengo citata, un 5% fortunato, cavolo, nemmeno l'avessi azzeccato al superenalotto.
E' un lavoro faticoso quello che sto facendo in questi 9 mesi su di me, un percorso difficile in cui ho dovuto e devo continuamente trovare ogni giorno la giusta dose di ottimismo e fiducia, per evitare che questo lato oscuro di me mi scaraventi nel pessimismo e nel rancore.
Cosa uscirà fuori di me dopo questi nove mesi non lo so e mi spaventa da morire.
Dovrò guardarmi nuovamente allo specchio e dare conto di quello che, giocoforza, sono diventata, e sperare che questa nuova me mi piaccia...


mercoledì 29 marzo 2017

mancanze, paure, speranze

mi manca correre, tanto... mi manca la sensazione di libertà, la scarica di adrenalina, il runner high... quella sensazione di benessere che ti accompagna per tutta la giornata...
A sette mesi continuo a correre, ma a ritmi così lenti che non è la stessa cosa, e a volte è così frustrante voler accellerare e sentire il cuore e la pancia che non ce la fanno, che ti tengono piantata a terra mentre gambe e cervello vorrebbero solo volare via, che mi viene da piangere come una bambina...

mi manca la forza, la forza di fare tutto.... la mattina combatto con la pressione bassa e questa eterna sonnolenza, la sera arrivo a malapena a sparecchiare la cucina per poi buttarmi sul letto senza aver la forza nemmeno di parlare... sono svagata, stanca, svogliata, sempre con il fiatone, e in certi momenti mi viene una rabbia nel sentirmi sempre così, così limitata in tutto, in questo continuo rimandare tutto a quando nascerai e avrò di nuovo, spero, la capacità di fare tutto da sola, come sono stata sempre abituata a fare... 

mi spaventa la nascita, anche se a volte non vedo l'ora che tu nasca... mi spaventa il dolore del parto, il ricominciare tutto daccapo, il non dormire, l'allattamento, il non capire cosa avrai, perchè piangerai, perchè non dormirai, la soglia della depressione post partum che dovrò stare attenta a non sorpassare in quel primo mese che sembra non passare mai...

mi spaventa il non sapere come sarà questa vita a cinque, questo nuovo equilibrio che si verrà a formare, e mi ritrovo a chiedermi che madre sarò con questo te, terzo figlio, io che terza a sorpresa sono stata e che nella mia vita ho scontato indirettamente e sulla mia pelle cosa significa essere l'intruso non cercato...


eppure tu cresci e scalci fregandotene di tutti e tutto, e a dispetto di tutti e di tutto vuoi nascere e annusare il mondo, essere mio figlio e il fratello dei tuoi fratelli... hai già una tenacia e un attaccamento alla vita che ha del miracoloso, e te ne fotti dei miei dubbi e delle mie ansie... e forse proprio per questo ti abbiamo scelto un nome che è già segno di quanto duro e spigoloso sarai... come sei già duro nel non farmi mangiare praticamente nulla, nelle nausee tremende che ho avuto all'inizio, nel tuo piantarti certi giorni per ricordarmi la tua presenza e che no, certe cose ti danno fastidio e non le posso proprio fare, tipo dormire supina, o fare le scale di corsa...

non lo so dentro di me come sarà approcciarti, e amarti, perchè questa è stata una gravidanza diversa, sofferta, e subita, e mi vergogno e mi sento in colpa con te per questo, perchè ti meritavi una mamma che fin da subito ti accogliesse come ha fatto con i tuoi due fratelli... perchè è quella stessa mamma che ti ha sognato tante volte e che si ripeteva che no, tu non potevi essere nemmeno nei suoi sogni, e che quindi sotto sotto, nel suo inconscio più nascosto, ti ha desiderato allo stesso modo degli altri, lei che non ne avrebbe dovuto desiderare nemmeno uno.

spero solo di meritarmi il tuo amore e la tua fiducia, quella fiducia che hai riposto in me scegliendomi con tutti i miei difetti, le mie insicurezze, le mie paure... tutte quelle che solo tu conosci perchè solo con te ho il coraggio di parlarne..

e in tutto questo baillamme di pensieri, paure, rimpianti e rimorsi  vado a correre con la musica nelle orecchie, e tu ti raggomitoli dentro perchè ormai sei rassegnato a questa mamma che da subito, almeno due volte a settimana, ti sballottola per 40 minuti a tempo di musica, e ti immagino ballare e sorridere e muovere le manine e piedini al tempo delle note che senti, perchè correre ti dovrà piacere per forza vista che ci sei praticamente nato dentro, e allora sorrido, e penso che sì, dobbiamo avere fiducia, che tutto andrà bene, che noi andremo bene e che tu, nonostante tutto, nascerai per insegnarmi ancora una volta ad essere una persona migliore..







lunedì 19 dicembre 2016

novità

... e invece alla fine il tertium non datur è arrivato ....
sono stati tre mesi di angoscia infinita, di terrore puro, di preghiere, speranze, a volte anche disperazione..
Eppure anche lui è sano, anche lui nascerà, a dispetto delle statistiche, e dei medici e delle probabilità.
Sono felice? Non lo so...
l'idea di ingrassare di nuovo, di non poter correre come prima, di ricominciare daccapo mi fa venire gli attacchi di panico... ma poi vedo Chicca e Chicco che sono così contenti e non vedono l'ora di vedere il fratellino... poi faccio l'ecografia e lo vedo muoversi con quel suo capoccione marchio di fabbrica.. poi mi sdraio in preda alla nausea e lo sento sgusciare come un piccolo girino nella mia pancia e mi ritrovo ad accarezzarmela e a dirmi che sì, forse questo miracolo è arrivato per dirmi qualcosa...
per farmi ripartire, per fare scelte coraggiose che finora ho sempre avuto paura di prendere, per dare una svolta ad una vita che aveva preso una piega abitudinaria che non emozionava più...
il mio personale terremoto da cui provare a uscire una persona migliore...

ah, nascerà a giugno...
ah, giusto... è un altro maschio...

martedì 15 novembre 2016

Sono giorni pesanti, questi che mi stanno scorrendo davanti da un mese a questa parte, giorni duri da affrontare perchè sono solo di attesa, di attesa e basta, attesa di un responso che avrò, che avremo solo fra un mese, e non si può far nulla per abbreviare, per far prima...

Sono giorni di nervosismo, di ansia, di silenzi... di cose che si vorrebbero dire, ma non si dicono, perchè potrebbero far male se dette ad alta voce, dal momento che fanno male già solo a gironzolare nella testa...

Sono giorni di pianti, e poi di sorrisi, e di speranza, perchè quella non manca mai, non smette mai di urlare che andrà tutto bene, ma due minuti dopo arriva il dubbio, quello gelido, che ti blocca le braccia e ti fa dire che no, non è detto che vada tutto bene, anche questa volta...

Sono giorni in cui vorrei urlare, andare a correre veloce per far andar via tutto questo stress, questa ansia, questo grigiore, questa voce dentro, così gretta ed egoista e così lontana da me, che mi dice che non sarò mai più felice, non sarò mai più libera, non sarò mai più io...

Sono giorni simili a giorni di anni fa, così uguali eppure così diversi, forse perchè sono più grande, meno incosciente, più spaventata