mercoledì 24 settembre 2014

Perle

"signora, il bambino piange poi gli passa, se no non fa i bei lavoretti con la classe"
"guardi, se piange si deve abituare, io poi adesso che cominicia la scuola e arrivo in ritardo si deve abituare a essere smistato nelle altre classi e aspettarmi"
(agitando un campanellino di ottone) "bimbi, quando la maestra suona il campanello, dovete stare tutti zitti"
(urlando in corridoio, con mio figlio per mano) "di chi è questo ?! e allora se lo prenda!!"
(rivolta a me, mentre mi getta mio figlio, piangente, addosso): " ha fatto i capricci tutta la mattina, non va bene, basta ciuccio e straccetto, l'ho dovuto minacciare che non avrebbe mangiato se non li lasciava subito"
(il giorno dopo) "Signora ho vinto io, niente ciuccio stamattina, ha visto?!"
(ad una bambina che lascia la fila perchè ha visto la mamma in corridoio) "Fermati o ti do il resto!!

Queste alcune perle della maestra capitata a Chicco per il nuovo ciclo di scuola materna... tempo pieno tutti i giorni fino alle 16.
Dopo due settimane così, oggi ho deciso di toglierlo, anche contro il parere di Lui, e rimetterlo all'antimeridiana (uscita alle 13, con tutti i problemi annessi e connessi), dove Chicca è stata tre anni e dove, benchè la maestra non sia un idillio pure lì, lei è stata comunque serena e felicemente scolarizzata.
L'istinto mi ha detto che tre anni così non li avrei sopportati, eppure dentro di me aleggia, sottile, un senso di amara sconfitta...


martedì 16 settembre 2014

inserimenti

Oggi, al secondo giorno di scuola per entrambi, mi trovo a pensare che dovrebbero inventare un inserimento anche per le madri, che far crescere i figli e vederli allontanarsi da te e dalle abitudini del giorno prima non mica facile e son due giorni che dormo e piango ad ogni minima folata di vento.
Chicca ha iniziato le elementari, e vederla salire con la maestra, mano nella mano del

martedì 8 luglio 2014

Mia madre

li vesto pesanti: li vesti troppo pesanti;
li vesto leggeri: li vesti troppo leggeri;
gli metto i saldali: al parco si sporcano i piedi, mettigli le scarpe chiuse
gli metto le scarpe chiuse: gli sudano i piedini, mettigli le scarpe aperte;
li consolo: li consoli troppo questi bambini, crescono male;
li sgrido: sei troppo severa;
gli porto un regalino (solo il lunedì): li vizi;
gli compro le patatine: gli fai mangiare troppe schifezze;
li tengo a stecchetto: non li fai mangiare niente, sono bambini;
li cambio ogni giorno: sei esagerata, la maglietta di ieri era pulita, poi ti lamenti che hai tanto da stirare;
gli metto una maglietta non pulita o stirata a puntino: li fai andare in giro come zingari.
E potrei continuare all'infinito...

Io le voglio bene, è mia madre e l'unica persona che ho a parte Lui e i miei fratelli... e le sono anche molto grata, perchè sta crescendo i miei figli al posto mio, e a 70 e passa anni, con due pesti come le mie, non è facile... e io senza di lei sarei davvero perduta.

Però, certe volte, è davvero difficile riuscire a mantenere la giusta calma...

mercoledì 2 luglio 2014

Cambiamenti

E' un periodo di cambiamenti, questo, e io, abitudinaria come sono, faccio davvero fatica a trovare i nuovi equilibri necessari.
Da Maggio ho cambiato studio e mi sono allontanata da casa di mia madre e dalla scuola, il che si è tradotto in un adirivieni quotidiano su e giù fra casa, studio, tribunale, scuola e casa di mia madre, tale da farmi pensare di aver passato più tempo in macchina che in qualsiasi altro luogo.
E benché ora siamo in uno studio più bello, più in centro, più luminoso e di rappresentanza, non riesco a non rimpiangere il mercato sotto lo studio vecchio, il quartiere dove sono cresciuta, i negozi e le passeggiate che mi facevo andando e tornando dal lavoro.

Poi è che è finita la scuola, ovvero Chicca ha finito la materna e Chicco il nido.
A parte l'ovvia commozione che ha seguito ogni recita dei due, con annessi diplomi, toghe, cappellini e addii più o meno strappalacrime, subito dopo ho realizzato che da settembre entrambi (chi alle elementari chi alla materna) usciranno alle 16,30.
Il che significa che fra poco più di due mesi i miei figli li saluterò alle 8,30 a scuola per rivederli, se tutto va bene, alle 19 di sera quando li preleverò da mia madre.
E sono entrata in paranoia come la peggiore delle mamme italiane.
Perchè non potrò andarli mai a prendere a scuola, tranne forse il venerdì, e perchè non li vedrò più nemmeno quella mezzora a pranzo, che sarà pure un tempo irrisorio, ma mi faceva pesare di meno una intera giornata di lavoro senza di loro.
Perchè per tutta la settimana avranno un rapporto più stretto con le maestre e con mia madre, che con me.
Perchè devo lavorare, e per quanto possa lavorare anche mentre mangio, questo lavoro è completamente incompatibile con gli orari della scuola.

Eppure non sono certo i primi bambini a farsi venire a prendere dalla nonna, a vedere i genitori solo la sera, a passare gran parte della loro giornata fuori casa: loro crescono, cambiano le esigenze, le organizzazioni, le necessità.
Lo so, è così, e forse è anche giusto che sia così: il lavoro è importante, è una fonte insostituibile per la famiglia e probabilmente sarà l'unica cosa che mi rimarrà quando loro saranno grandi e di me non ne vorranno più sapere...
E allora perchè sono tre settimane che mi viene il magone?!


lunedì 26 maggio 2014

Differenze uomo donna

Io: Chicca ti piacerebbe tornare nella pancia di mamma? 
Chicca: Eh no mamma! Ma proprio ora che comincio le elementari mi vuoi far ricominciare tutto daccapo?!!! 
 Io: e tu, Chicco? 
Chicco: A me sì!

lunedì 14 aprile 2014

una fame da morire



Una volta, avevo circa 10 anni, ero ad un festa di un amichetto, la cui madre aveva apparecchiato un ben di Dio sulla tavola: patatine, crostate, dolci, panini e quanto altro c'è di solito ad un festa.
A casa mia certe cose giravano con lanternino, un po' per le fisse di mia madre, un po' perchè i soldi erano quelli che erano, e, com'è e come non è, quel pomeriggio mangiai un sacco di cose, tutte buonissime.
Forse esagerai un pochino, se alla sera, quando arrivò mia madre a prendermi, la madre del festeggiato commentò stupita "però, quanto mangia questa bambina, devi stare attenta sennò diventa grassa!!".

Ecco, penso che il mio rapporto controverso con il cibo nasca da questo episodio... perchè da allora il mio approccio con il mangiare non è stato mai più sereno.
Ognuno ha i suoi demoni in testa e io da allora lotto con il mio, con gli alti e i bassi che in 40 anni mi hanno portato dall'anticamera dell'anoressia ai 20 kg in più nelle gravidanze.

Credo di essermi sempre salvata da patologie più serie grazie alla mia testa e alla mia capacità di capire il limite oltre il quale sarei stata senza ritorno, ma ogni giorno mi rendo conto di non essere MAI del tutto fuori pericolo.. per dire ora che corro di nuovo, e ho riperso chili, e sono di nuovo a dieta, ho dovuto smettere di pesarmi e mettere via la bilancia, perchè è una spirale che conosco bene e dalla quale devo stare attenta...

In tutto questo c'è Chicca... che ha 5 anni, una fame spropositata e una tendenza a prendere peso.
Il pediatra la dovrà ripesare a maggio, dice che ha preso troppi chili l'ultima volta e le ha già tolto la pasta a cena, mentre io ogni giorno lotto con lei per limitarle il pane e la pizza, o i dolci, che mangerebbe a quantità industriali.

A volte ho paura che questa mia ossessione per il cibo diventi la sua ossessione, e di non essere io in grado di insegnarle quale sia il giusto rapporto con il cibo ed evitare anche a lei una vita piena di privazioni e di sensi di colpa di fronte a un piatto di pasta.
Perchè se passi la vita a vederti grassa anche quando oggettivamente non lo sei, perchè quel grasso ce lo hai nel cervello e negli occhi, come puoi insegnare a tua figlia ad accettarsi e amarsi così com'è?




giovedì 10 aprile 2014

capita

Quando il cancro entra nella tua vita, perchè colpisce una persona a te cara come è successo a me, cominci a smanettare su internet in cerca di notizie e di tutto quanto possa essere utile per te, per quella persona, per capire non tanto perchè, ma come stare vicino a chi è malato ed essere per lui un buon accompagnatore.

Capita poi, nel mondo 2.0, di imbatterti in tanti blog di persone malate, che parlano di cancro, e di malattie, e di battaglie, ma anche di cose belle, di vita vera, di piccole e grandi emozioni che spesso ci dimentichiamo esistano, impegnati come siamo a correre da una parte all'altra.
E giorno dopo giorno capita anche a queste persone ti affezioni, anche se non commenti mai i loro scritti, anche se loro non sanno nemmeno chi sei e che tutti giorni leggi un pezzo della loro vita... perchè per pudore, o timidezza, o paura non hai il coraggio di fargli sentire un po' di quell'affetto.
Ma capita che cominci comunque a tifare per loro, a pregare per loro, a sperare che per una volta quel benedetto miracolo di cui tanti parlano, succeda davvero.

Ma il cancro è una malattia di merda, è un bollettino di guerra che non conosce mai la parola fine e capita così che uno dopo l'altro a queste persone devi dire addio: e lo capisci mesi prima che sarà così, quando leggi una parola scritta in un modo particolare o quando ti accorgi di un assenza un po' troppo più lunga del normale.
Capisci che è arrivato il momento e non ci più parole da dire, o commenti da scrivere, ma solo pensieri e preghiere di affetto da fare.


A volte mi chiedo perchè lo faccio... più spesso mi chiedo dove sia il senso di tutto questo... sempre cerco di rispondermi che questa è la vita, nella sua immensa bellezza.
Tieni duro Gabriele, che possa essere tu la volta buona!