La notte scorsa ho sognato che ero incinta del terzo figlio, e mi sono svegliata con un senso di angoscia infinita... anche nel sogno ero angosciata e non sapevo come dirlo a Lui, e ai piccoli, ma soprattutto non sapevo come l'avrei affrontata.
Un terzo figlio non possiamo proprio permettercelo: non abbiamo i soldi, la casa è troppo piccola, la gestione, già con due precaria, sarebbe impossibile.
Ma soprattutto, considerando che ai tempi ci avevano detto che non potevano averne nemmeno uno, e che, vista la nostra mappa genetica, era meglio adottarli, i figli, che giocare con la statistica, non possiamo assumerci la responsabilità di rischiare per la terza volta.
La prima volta c'è stata l'incoscienza.
La seconda c'era la luna piena.
Alla terza non avremmo più scuse, e se fosse la volta sbagliata, non ce lo perdoneremmo mai.
Anche perchè, davvero, non so se lo reggerei di nuovo tutto l'iter.
Guardare l'ecografia e non poter nemmeno gioire, far finta di nulla per settimane fino alla villocentesi, stendersi su quel lettino, chiudendo gli occhi e pregare che quel piccolo prelievo dia il responso giusto.
E poi aspettare una settimana a far finta di non vedere il telefono e a sussultare a ogni suo squillo... e sentire quella pausa nella voce dall'altra parte per capire se la notizia è quella buona, anche stavolta...
No, non ce la farei di nuovo... anche se mi sembra che le due gravidanze siano volate e che non mi sia goduta nulla, di nessuna delle due... anche se mi viene la malinconia a pensare che il mio tempo è passato e che non potrò più essere incinta... anche se guardo Chicco e mi sorprendo a pensare con tristezza che è l'ultima volta che vedrò un cucciolo di uomo cominciare a camminare e a parlare... l'ultima volta che qualcuno mi guarderà ancora con quegli occhioni sgranati di chi ancora ti considera il suo unico punto di riferimento.
martedì 22 maggio 2012
giovedì 17 maggio 2012
Elenchi
Cose che mi piacerebbe fare:
1. intrattenere rapporti amichevoli con le maestre e le mamme dell'asilo: loro stanno lì ore a parlare, organizzarsi per le uscite, discutere dei bambini, e nonostante i miei sforzi non mi si fila mai nessuno;
2. preparare la cena la sera prima, invece di ridurmi a portare a tavola la sera il solito prosciutto e mozzarella;
3. svegliarmi mezz'ora prima di tutti per gustarmi il caffè seduta mentre mi leggo le notizie (ma forse prima dovrei poter riuscire a dormire una notte consecutiva);
4. yoga, pilates, massaggi, o qualsiasi altra cosa che mi faccia passare la cervicale;
5. cambiare lavoro con uno part time e con impegno intellettuale pari allo zero.
Cose che mi piacerebbe smettere di fare:
1. mangiarmi le pellicine delle mani;
2. deprimermi con pensieri ansiosi e catastrofici;
3. farmi condizionare dalla mia ex capa, attuale socia;
4. preoccuparmi per tutti e tutto;
5. mangiare cioccolato.
1. intrattenere rapporti amichevoli con le maestre e le mamme dell'asilo: loro stanno lì ore a parlare, organizzarsi per le uscite, discutere dei bambini, e nonostante i miei sforzi non mi si fila mai nessuno;
2. preparare la cena la sera prima, invece di ridurmi a portare a tavola la sera il solito prosciutto e mozzarella;
3. svegliarmi mezz'ora prima di tutti per gustarmi il caffè seduta mentre mi leggo le notizie (ma forse prima dovrei poter riuscire a dormire una notte consecutiva);
4. yoga, pilates, massaggi, o qualsiasi altra cosa che mi faccia passare la cervicale;
5. cambiare lavoro con uno part time e con impegno intellettuale pari allo zero.
Cose che mi piacerebbe smettere di fare:
1. mangiarmi le pellicine delle mani;
2. deprimermi con pensieri ansiosi e catastrofici;
3. farmi condizionare dalla mia ex capa, attuale socia;
4. preoccuparmi per tutti e tutto;
5. mangiare cioccolato.
venerdì 11 maggio 2012
L'erede
Fino alla notte prima della tua nascita non avevi nome... avevamo passato nove mesi a litigare sul tuo nome, senza trovare mai un accordo.
O meglio, da quando avevamo saputo che eri un maschio. Perchè i maschi nella terra di tuo padre si devono chiamare come i nonni, e a me quel nome non piaceva e sapevo, in cuor mio, che non sarebbe mai piaciuto nemmeno a te.
Volevo darti un nome bello, pieno di significato, che ti appartenesse per sempre e che ti ricordasse, nella tua vita, l'essenza stessa della tua nascita.
Poi la sera dell'11 maggio Lui se ne uscì con quel nome che distrattamente nei mesi avevo preso in cosiderazione solo di sfuggita, e per curiosità andai a vedere il significato: "Dio ti ha ascoltato".
E mi sono ricordata di quella sera in Chiesa, quando con in braccio tua sorella pregavo e mi affidavo a Dio: "sono nelle tue mani, fai tu quello che è più giusto per noi".
... Dio ti ha ascoltato...
... e dopo qualche minuto sono cominciate le contrazioni... e il giorno dopo sei nato tu!
Poi chiaramente l'altro nome te lo sei beccato uguale, ma questa è un'altra storia....
O meglio, da quando avevamo saputo che eri un maschio. Perchè i maschi nella terra di tuo padre si devono chiamare come i nonni, e a me quel nome non piaceva e sapevo, in cuor mio, che non sarebbe mai piaciuto nemmeno a te.
Volevo darti un nome bello, pieno di significato, che ti appartenesse per sempre e che ti ricordasse, nella tua vita, l'essenza stessa della tua nascita.
Poi la sera dell'11 maggio Lui se ne uscì con quel nome che distrattamente nei mesi avevo preso in cosiderazione solo di sfuggita, e per curiosità andai a vedere il significato: "Dio ti ha ascoltato".
E mi sono ricordata di quella sera in Chiesa, quando con in braccio tua sorella pregavo e mi affidavo a Dio: "sono nelle tue mani, fai tu quello che è più giusto per noi".
... Dio ti ha ascoltato...
... e dopo qualche minuto sono cominciate le contrazioni... e il giorno dopo sei nato tu!
Poi chiaramente l'altro nome te lo sei beccato uguale, ma questa è un'altra storia....
giovedì 12 aprile 2012
L'importanza di chiamare le cose con il loro nome
Lunedì di pasquetta, Villa Borghese, ponte che sovrasta il Muro Torto.
Chicca: voglio fare l'altalena! (in modalità loop continuo)
IO: boh, mica mi ricordo se ci sono a villa borghese, chiediamo al tizio del chiosco
Scusi, per caso sa se ci sono qui intorno le giostre con l'altalena?
Tizio del chiosco, extracomunitario, con aria circospetta: shhh, è presto, devi aspettare...
IO: ??? le giostre con l'altalena? aspettare che?! qui intorno, ci sono?
Tizio del chiosco: devi aspettare, fra poco, quando è buio...
IO: ma le giostre, per bambini, con l'altalena, vedi i bambini, ne ho due, e uno è sul passeggino qua davanti a me!
Tizio delle giostre: ahhh, boh, no sapere io, boh!
martedì 10 gennaio 2012
Home sweet home
.. dunque, arrivo a casa ore 19,45, pigiamazione Chicco e Chicca e preparazione cena bimbi, ore 20,00 cena dei bimbi, in contemporanea preparazione cena dei grandi, ore 20,30 cena dei grandi allegramente intervallata da "mamma devo fare la cacca", "mamma ho sete", "mamma mi prendi in braccio e mi fai mangiare la tua frittata", "ahhhhhhhhhhhhh (urla varie di Chicco)", ore 21,00 nanna Chicco, ore 21,15 lavaggio piatti e cucina, ore 21,30 nanna fra, ore 21,45 inizio stiro, ore 24,00 fine stiro (per manifesta incapacità a tenere ancora in mano il ferro, perchè di panni ce n'erano ancora!), ore 24,30 letto, 01.00 - 6.00 dormiveglia variamente animato da "mamma devo fare la pipì", "mamma ho sete", "mamma posso venire nel lettone" "ahhhhhhh (urla varie di Chicco).
... e oggi dovrei anche lavorare!
giovedì 15 dicembre 2011
Io sono nata dopo due fratelli, a quattro anni di distanza dal secondo.
Sono nata per sbaglio, una notte che mio padre e mia madre avevano fatto male i calcoli, come mi raccontò lei stessa un giorno, pensando di far bene e non considerando invece che, con quel racconto, avrebbe di fatto rovinato gran parte della mia adolescenza maniaca-depressiva.
Non si dovrebbe mai dire ad un figlio che è nato per sbaglio, anche se è la verità.
Si dovrebbe dire sempre che è stato voluto sopra ogni cosa, che è stato cercato e desiderato. Il resto sono dettagli che non fanno bene a nessuno e possono distruggere molte autostime sul nascere.
La mia, per esempio, così si prese una bastonata niente male, soprattutto se si considera che la mia nascita è coincisa con il declino del matrimonio di mia madre e la fine del suo sogno di ragazza.
Per questo negli anni ho imparato a convivere con il palese diverso atteggiamento che mia madre ha con me e con i miei fratelli.
In fondo loro sono il ricordo di quando le cose andavano bene, dei primi anni del matrimonio,delle speranze non ancora infrante, dei sogni ancora da realizzare.
Io invece sono l'inizio dell'incubo, e forse anche un po' la causa, visto che con soli due figli magari mio padre si sarebbe fatto prendere meno dalla strizza e avrebbe evitato di farsi circuire dalla prima che gliel'ha sbattuta in faccia, mentre mia madre girava col pancione.
Se ci penso razionalmente, al posto di mia madre, mi odierei un po' anche io.
Per questo guardo i miei figli e prometto a me stessa di mettercela tutta per far sentire entrambi amati e voluti, unici e contemporanemente fratelli.
Non è facile, ma considerando che sarà impossibile che ne venga mai un'altro, forse ce la posso fare.
Sono nata per sbaglio, una notte che mio padre e mia madre avevano fatto male i calcoli, come mi raccontò lei stessa un giorno, pensando di far bene e non considerando invece che, con quel racconto, avrebbe di fatto rovinato gran parte della mia adolescenza maniaca-depressiva.
Non si dovrebbe mai dire ad un figlio che è nato per sbaglio, anche se è la verità.
Si dovrebbe dire sempre che è stato voluto sopra ogni cosa, che è stato cercato e desiderato. Il resto sono dettagli che non fanno bene a nessuno e possono distruggere molte autostime sul nascere.
La mia, per esempio, così si prese una bastonata niente male, soprattutto se si considera che la mia nascita è coincisa con il declino del matrimonio di mia madre e la fine del suo sogno di ragazza.
Per questo negli anni ho imparato a convivere con il palese diverso atteggiamento che mia madre ha con me e con i miei fratelli.
In fondo loro sono il ricordo di quando le cose andavano bene, dei primi anni del matrimonio,delle speranze non ancora infrante, dei sogni ancora da realizzare.
Io invece sono l'inizio dell'incubo, e forse anche un po' la causa, visto che con soli due figli magari mio padre si sarebbe fatto prendere meno dalla strizza e avrebbe evitato di farsi circuire dalla prima che gliel'ha sbattuta in faccia, mentre mia madre girava col pancione.
Se ci penso razionalmente, al posto di mia madre, mi odierei un po' anche io.
Per questo guardo i miei figli e prometto a me stessa di mettercela tutta per far sentire entrambi amati e voluti, unici e contemporanemente fratelli.
Non è facile, ma considerando che sarà impossibile che ne venga mai un'altro, forse ce la posso fare.
lunedì 5 dicembre 2011
e non si finisce mai...
Oggi in tribunale un Giudice mi apostrofa perchè nella fretta ho dimenticato un auricolare all'orecchio, "io sono un giudice, lo sa?" mi dice seccata.
E io la guardo e mi freno dal risponderle: "e io sono avvocato, laureata esattamente come te, e forse con meno anni, ma con un carico di lavoro doppio del tuo, il che non ti autorizza a sentirti dio sceso in terra!"
Ma poi ho abbassato la testa e ho chiesto scusa, chè non è il caso di inimicarmi la Presidente di Sezione, sai com'è, mi serve ancora di vincere le cause, ogni tanto!
Però che palle, sembra sempre di essere al liceo, col professore che ti guarda male ed è pronto a metterti la nota.
E io la guardo e mi freno dal risponderle: "e io sono avvocato, laureata esattamente come te, e forse con meno anni, ma con un carico di lavoro doppio del tuo, il che non ti autorizza a sentirti dio sceso in terra!"
Ma poi ho abbassato la testa e ho chiesto scusa, chè non è il caso di inimicarmi la Presidente di Sezione, sai com'è, mi serve ancora di vincere le cause, ogni tanto!
Però che palle, sembra sempre di essere al liceo, col professore che ti guarda male ed è pronto a metterti la nota.
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